(segue) Per l'intervento americano
(8 aprile 1918)
[Inizio scritto]
Come l'Italia ha scoperto
l'America
così l'America ed il nuovo mondo devono scoprire
l'Italia
non solo nelle sue grandi città fervide di vita e
sonanti di industrie
ma anche nelle campagne dove la più
umile gente attende con rassegnazione tranquilla che l'ora della pace
vittoriosa e giusta sorga sull'orizzonte.
Non ci può essere più
nessuno in buona fede
nemmeno l'ultimo oscuro cervello che possa
ritenere o pensare che non è la Germania che ha voluto la
guerra e che non è la Germania che vuol continuare la guerra
per ridurre tutto il mondo in una orribile caserma prussiana.
(Acclamazioni).
Tutto ciò è nella
nostra coscienza e nella coscienza del popolo degli Stati Uniti
di
un grande popolo che conta cento milioni di abitanti
dispone di
riserve immense e si è già sottoposto ad una magnifica
disciplina guerresca.
Un episodio lontano mi torna alla
memoria: quando Cristoforo Colombo mosse la prora delle sue tre
povere caravelle verso lidi non ancora esplorati e spiaggie lontane
ci fu chi lo disse pazzo ed esaltato
e certamente durante i tre mesi
di navigazione qualche volta il senso della disperazione discese nel
cuore degli uomini sperduti in mezzo all'oceano ignoto. Ma un mattino
la ciurma che era sopra coperta vide qualche cosa che si profilava
all'orizzonte. Era una linea oscura
indefinita. La ciurma gridò:
Terra
terra! E tre mesi di miserie
furono dimenticati nell'attimo
consolatore.
Verrà giorno in cui dalle
nostre trincee insanguinate e gloriose sorgerà un altro grido
altissimo: Vittoria! Vittoria! (Acclamazioni).
E sarà la pace giusta per
tutti i popoli
la pace del diritto per tutte le genti.
Cittadini
a nome del Comitato
d'Azione fra mutilati ed invalidi di guerra
vi ringrazio per la
vostra solenne manifestazione e v'invito a gridare: Viva l'America!
Viva l'Italia! (Applausi ripetuti).
(segue...)
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