(segue) La Vittoria fatale
(24 maggio 1918)
[Inizio scritto]
Le stesse tribù
schiacciate un tempo a Legnano
hanno ripreso la loro marcia oltre
Reno e si accingono a riprendere l'offensiva contro di noi. Ma la
«bramosia» di cui parlò Kühlmann
non spingerà gli austro-tedeschi oltre il Piave.
Il popolo italiano doveva
nei
calcoli tedeschi
dopo Caporetto
precipitare nel caos. È
invece in piedi. Tanto in piedi che gli austriaci non hanno ancora
«osato». Quali possano essere le vicissitudini di questa
fase estrema della guerra
la Germania
che non ci ha vinti
isolatamente
potrà vincere la formidabile società
delle nazioni che la fronteggiano?
Siamo in piedi con la Francia
con
i suoi soldati che sono stati meravigliosi di eroismo. E quella
Francia che noi conoscevamo così male
semplicemente perché
la vedevamo soltanto attraverso ai cabarets di Montmartre
i quali
non erano frequentati da francesi ma da avventurieri che piovevano da
tutte le parti del mondo
ci ha dato oggi le più belle pagine
di eroismo.
La Francia sa anche sbarazzarsi
dei suoi tentacoli insidiosi e colpisce a morte i grandi ed i piccoli
artefici del tradimento e fa crepitare i plotoni di esecuzione: il
crepitio di quelle fucilate è per chi ama la Patria più
dolce dell'armonia in un grande spartito.
Anche in Italia dobbiamo essere
inesorabili contro i traditori per difendere le spalle dei nostri
soldati.
Non si deve
non si può
esitare un minuto solo a sacrificare un uomo
dieci uomini
cento
uomini
quando è in giuoco l'esistenza nazionale
l'avvenire
di milioni di uomini.
Siamo in piedi cogli inglesi che
ripetono la frase di Nelson: «L'Inghilterra attende con fiducia
che ogni cittadino compia fino all'ultimo il proprio dovere».
Siamo in piedi cogli Stati Uniti.
Ecco l'Internazionale. La vera
la
profonda
la duratura. Anche se non ha le formule e i dogmi e i
crismi del socialismo ufficializzato.
(segue...)
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