Osare!
(13 giugno 1918)


      Il Capitano di Corvetta Luigi Rizzo con 16 uomini d'equipaggio partì da Ancona su due motoscafi italiani (mas) per perlustrare le coste dalmate. Alla altezza di Premuda la mattina del 10 giugno 1918 incontrò una divisione austriaca composta di due «super-dreadnoughts» (S. Stefano e Tegettho) e da 10 navi leggere: i due «mas» italiani osarono affrontare la divisione austriaca riuscendo affondare la S. Stefano e a danneggiare altre unità. A questa impresa - che ha del leggendario per la sua temerarietà - è destinato il presente articolo pubblicato sul «Popolo d'Italia» del 13 giugno 1918.

      La nuova audacissima impresa del marinaio Rizzo e dei suoi compagni mi richiama alla mente un ordine di considerazioni che manifestai per la prima vita a Genova in una riunione molto simpatica di operai e più tardi al Teatro Comunale di Bologna: le considerazioni sulla guerra qualitativa.
      Io credo che sia urgente introdurre sempre più decisamente l'elemento qualitativo in questa enorme guerra quantitativa. Credo che il fattore qualità debba prendere una parte dominante nel gioco bellico che è stato sinora quantità; quasi esclusivamente quantità. È un fatto che la Germania non solo ci ha imposto la guerra ma ci ha costretti a subire i suoi metodi di guerra la sua mentalità di guerra. Noi non abbiamo introdotti nessuna novità. A una guerra di posizione abbiamo riposto con una guerra di posizione a una guerra di masse con una guerra di masse. Non siamo mai stati in anticipo sulla Germania. Abbiamo adottato l'impiego su vasta scala dei gas asfissianti dopo che i tedeschi li avevano lanciati in una diecina di battaglie. Così per i lancia-fiamme. Siamo giunti a selezionare le truppe di fanteria per costituire reparti speciali d'assalto molto tempo dopo che la Germania aveva creato le sue Stosstruppen (truppe d'urto). Nella condotta della guerra da parte della Quadruplice Intesa c'è stata una sola novità: i tanks inglesi o carri d'assalto. Ma Sembra che ci si sia fermati a metà. La Quadruplice Intesa poteva trarre un rendimento altissimo dall'aviazione; ma anche in questo campo hanno veduto più lontano i giornalisti e i poeti che gli uomini di Governo responsabili.

(segue...)