(segue) Saldamente
(17 giugno 1918)
[Inizio scritto]
Nelle trincee c'erano i nostri
fanti meravigliosi che avevano resistito al «tormento»
del fuoco dell'artiglieria nemica e che hanno accolto con piombo e
piombo le prime ondate degli austro-ungarici. Niente sfondamento
strategico
niente successo tattico in grande stile. L'occupazione di
qualcuna delle nostre posizioni avanzate è senza importanza
e
non c'è troppo da preoccuparsi
se qualche reparto nemico è
riuscito — a prezzo di chissà quali perdite — a
passare sulla riva destra del Piave. Bisogna vedere per quanto tempo
ci rimarrà.
L'essenziale è che la
fronte non ha vacillato sugli Altipiani. L'essenziale è che i
nostri soldati sono meravigliosi di eroismo e di abnegazione. La loro
efficienza militare dev'essere altissima
altrimenti non si
spiegherebbe la fulmineità dei contrattacchi. È forse
la prima volta
nel corso ormai quadriennale
della guerra
che un
esercito attaccato riesce nelle ventiquattr'ore successive a
contrattaccare e a fare alcune migliaia di prigionieri. Si è
capito che il passivismo
con la relativa cosiddetta stabilizzazione
del fronte
è un non senso pericoloso e che la salute non
bisogna attenderla dall'esaurimento dell'avversario
ma dalla
immediatezza e dall'energia della nostra reazione. Così hanno
reagito in un primo tempo le artiglierie nostre alle artiglierie
nemiche
rendendo possibile
in un secondo tempo
la reazione delle
nostre fanterie
le quali non si sono limitate a «tenere»
ma sono passate alla controffensiva. Che questa nostra controffensiva
possa assumere un più vasto sviluppo
nessuno può dire
oggi; ma è certo che l'elemento principale per renderla
possibile esiste ed è l'elemento uomo.
Chissà quale delusione per
Boroevic
Conrad e soci
i quali sognavano nuove rapide passeggiate
trionfali. Eh
no. L'Italia è un osso duro. Il popolo italiano
non è razza bolscevica. Non è così friabile come
pensavano e pensano i nostri nemici. Lo si può prendere una
volta con l'agguato
ma una seconda
no. Modigliani che diffonde —
con evidente malafede — illusioni di pace
non rappresenta il
Popolo italiano e nemmeno lo rappresentano quei socialisti bolognesi
che ieri — proprio ieri — volevano inscenare una macabra
carnevalata elettorale
o i leninisti — molto idioti e ancora
più nefandi — della città di Gianduia. Siamo
quaranta milioni di anime e quei signori non arrivano a diecimila fra
tutti.
(segue...)
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