(segue) Vittoria! Vittoria!
(24 giugno 1918)
[Inizio scritto]
Ma
come per quella di Francia
ad
impiccare questa ribelle genia d'Italia
ci vuol corda assai. Non ne
ha abbastanza il boia. Conrad non ha avuto abbastanza uomini e
cannoni per costringerci alla resa. Ci credevano ancora percossi
piegati nella rovina triste di Caporetto e ci hanno trovati in piedi
pronti a tutti i sacrifici. Credevano di trovare dei soldati italiani
fraternizzanti e hanno trovato — invece — degli uomini
che non hanno ceduto di un passo
che sono rimasti sul posto e vivi e
morti. Credevano di giungere almeno a una stabilizzazione del fronte
ed ecco che il nostro Comando — sicuro delle truppe che sono
state e sono semplicemente meravigliose — scatena il
contrattacco e costringe gli austriaci a ripassare in fretta e in
furia il fiume. Il passaggio deve essersi risolto fatalmente in un
disastro. Il Bollettino parla di un nemico sconfitto; quindi la
ritirata non è stata volontaria
ma è stata imposta
dalla pressione sempre più violenta dei nostri.
Quali ripercussioni avrà in
Austria la disfatta sul Piave? Grandi
indubbiamente. La delusione
sarà terribile. Sono ancora freschi gli inchiostri dei
giornali viennesi e magiari coi grandi titoloni
che annunciavano e
magnificavano i primi bollettini di Boroevic.
Generali
ministri
giornali
avevano dato ad intendere che l'offensiva austriaca avrebbe travolto
l'Esercito italiano così
come una violenta ventata rovescia
un castello di carte. Novanta grammi di pane sono pochi
ma con la
vittoria a portata di mano e con la pace vicina
un ultimo sforzo di
abnegazione poteva essere chiesto alle popolazioni austriache
decimate e affamate.
Niente vittoria
nemmeno modesta.
Niente pane
nemmeno per i soldati
che sono stati per qualche giorno
nutriti coi sacchi di viveri gettati dagli aeroplani. Niente pace
niente. Il sogno era brillante
i progetti grandiosi: sfumato il
primo
rimasti nelle cartoffie di Boroevic gli altri. L'esercito
austriaco ripassa il Piave fuggendo. L'esercito austriaco volta la
schiena a quei soldati italiani
come già avvenne per ben
undici volte
nei primi anni di guerra. Sarà interessante di
vedere con quale disinvolta perifrasi l'illustre Boroevic vorrà
darla a bere ai sudditi della duplice Monarchia.
(segue...)
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