La vittoria è nostra!
(1 novembre 1918)
Dal «Popolo
d'Italia» del 1° novembre 1918.
Io non ho mai così
vivamente deplorato come in questi giorni
la disposizione che vieta
la pubblicazione in Italia dei bollettini nemici. Vero è che
tali bollettini finiscono per essere noti a coloro che ricevono i
giornali neutri e inglesi che li riportano; ma questi «fortunati»
sono relativamente pochissimi. La grande massa del pubblico ignora.
Oramai è troppo tardi per
inaugurare il sistema opposto
ma vorremmo che il Governo trovasse
modo di farci conoscere la prova con la quale lo Stato Maggiore
austro-ungarico annuncia ai non più fedeli popoli d'Absburgo
ciò che accade fra Piave e Tagliamento. È l'unico mezzo
per dimostrare ai soliti neutri
i quali non perdonano all'Italia di
non aver imitato la loro prudenziale pilatesca politica e anche a
molti «amici»
che
se l'Esercito italiano avanza
il
merito è dell'Esercito italiano e nient'affatto dell'esercito
austriaco. Che la vittoria
insomma
ce la guadagnammo noi
ce la
meritammo noi
col nostro sangue
fiaccando la resistenza nemica.
È noto che il primo
bollettino austriaco annunciante la nostra offensiva
era una
protesta contro quegli «indelicati» di Italiani che
rompevano le uova nel paniere di Carluccio il pacifondaio. Nei
bollettini dei successivi tre giorni
il Comando austriaco cantò...
vittoria! Sicuro! Poiché il nostro tentativo di sfondamento
nella zona del Grappa non era stato condotto a termine
il Comando
austriaco proclamò che l'offensiva italiana era fallita e che
il merito del fallimento spettava alle truppe agguerrite ed eroiche
appartenenti a tutte le razze dell'impero
truppe che avevano difeso
e conteso il terreno a palmo a palmo.
Effettuatosi il passaggio del
Piave
i bollettini nemici cambiano tono. Non parlano più di
vittoria
perché sarebbe troppo indecente anche per gli
austriaci; ma non si stancano di elogiare le truppe che ostacolano
con accanimento la nostra avanzata.
(segue...)
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