Primavera umana
(12 novembre 1918)


      Dal «Popolo d'Italia» del 12 novembre 1918.

      Come e perché scrivere? Come raccogliere e rappresentare nel breve segno grafico il tumulto delle emozioni? Quali meravigliose giornate ci sono state concesse dal Destino! Come il destino è stato benigno con noi dal momento che abbiamo potuto vivere quest'ora che nella storia del genere umano non ha precedenti!
      A ognuno di noi poco importerebbe di chiudere gli occhi dopo ch'essi hanno potuto vedere gonfi di lacrime quest'aurora divina questo tramonto purpureo.
      Non sentite? Non sentite nell'aria nelle case nei volti umani — dovunque —; non sentite in questo autunno di vittoria vibrare la più dolce la più splendente delle primavere? Non ci sono fiori sui campi che già accolsero il sacro chicco della messe futura ma fiori sbocciano nel cuore degli uomini. Non ci sono foglie sugli alberi ma ecco che dal vecchio tronco della specie umana rompono i nuovi germogli e cercano il sole.
      L'Umanità è giunta sul Golgotha ed ecco che le nubi si squarciano le fiamme della santificazione e della risurrezione incendiano gli orizzonti ogni uomo che combatté soffrì è più grande; tutti gli uomini che combatterono e soffrirono per il trionfo della giustizia sono più grandi e sembrano con lo spirito attingere le altezze dei cieli. Irrida pure il filosofo positivista alla nostra fede: ma noi pensiamo che quella durata cinque anni è stata una lotta fra il principio del Male e il principio del Bene un duello mortale fra l'Uomo e l'Anti-Uomo. L'Uomo ha vinto. Il Bene ha vinto. I popoli allargano il respiro mentre i campioni delle forze maligne fuggono inseguiti dall'esecrazione universale.
      Certo quest'ora di gioia infinita inesprimibile ha richiesto ha imposto sacrifici grandiosi. Noi pensiamo a quelli che non la vivono perché ci concedettero col loro sangue il privilegio di viverla. Pensiamo a quelli che non torneranno più. Alle fosse innumeri verso le quali ci recheremo domani in pellegrinaggio di adorazione. Ma quando ci rappresentiamo che cosa sarebbe stato il mondo sotto lo scettro del criminale di Berlino quando ricordiamo tutto ciò che la razza nemica ha compiuto in cielo in terra e in mare noi sentiamo nella tranquillità della nostra coscienza che il prezzo — per quanto grave e sanguinoso — è stato adeguato al riscatto.

(segue...)