(segue) Primavera umana
(12 novembre 1918)
[Inizio scritto]

      Cinque anni! Cinque anni di guerra mondiale!
      Ma ecco la Pace come noi la volemmo: vittoriosa. Ecco la Pace come noi la vorremmo: giusta. Ecco la pace che reca in una mano l'olivo e nell'altra l'edera repubblicana.
      La Germania che aveva dichiarato la guerra al genere umano è percossa a morte. È in ginocchio. La costruzione bismarckiana è tutta una rovina. Dov'è il Kaiser? Forse su una delle più deserte strade dell'Olanda. Dove sono gli altri re e principi del vivaio tedesco? Scomparsi. Fuggiti.
      Non dall'interno ma dall'esterno è venuta e verrà la salute del popolo tedesco. Coi cannoni e con le baionette dei liberi popoli quello che si riteneva il popolo eletto si contenterà d'ora innanzi di essere uguale se non inferiore agli altri. Ecco oltre alle rivendicazioni nazionali l'obiettivo più alto della guerra.
      Bisogna essere degni della pace come siamo stati degni della guerra e della vittoria. Bisogna pur nella gioia pur nel grido irrefrenabile e umano della contentezza avere senso supremamente religioso di questa ora.
      È l'ora in cui il destino batte col suo martello d'oro alle porte del silenzio e chiama i nostri caduti alla seconda vita della immortalità.
      È l'ora in cui la Coscienza addita i più aspri doveri e segna le vette luminose verso le quali bisogna andare portando nel cuore l'odio necessario per nutrire il più grande amore.
      È la pace!
      In alto i cuori! Con dignità con disciplina con fede fermissima nei destini della Patria e del Mondo.