Annessione
(4 maggio 1919)


      Di fronte alle dichiarazioni del Presidente Wilson su la questione dalmatica il 24 aprile 1919 la delegazione italiana presieduta da S. E. Orlando si ritirava dalla Conferenza per la pace. Mussolini iniziava un'ardente campagna per salvare Fiume e la città contesa dichiarava con un imponente plebiscito la sua volontà di rimanere italiana. Qualche giorno dopo il 4 maggio 1919 Benito Mussolini pubblicava sul «Popolo d'Italia» il seguente articolo mutilato in un punto dalla censura del Governo liberale:

      La domanda che inquieta la coscienza degli italiani è questa: quando e come l'Italia può tornare a Parigi? E — in subordine — quanto tempo deve trascorrere ancora prima che l'Italia perda l'obbligo di recarsi a Parigi? È evidente che l'attesa non può durare all'infinito. Finalmente terza domanda: Se l'attesa inutile continua per quale evento l'Italia può ritenersi autorizzata a procedere seriamente e semplicemente all'annessione delle terre tridentine e adriatiche? La situazione è complicata. Il circolo vizioso evidente. Alla vigilia della partenza dei nostri plenipotenziari da Parigi la situazione era questa: Wilson ci negava la Dalmazia Fiume e metà dell'Istria. Gli alleati inglesi e francesi ci ponevano un aut aut presso a poco in questi termini: Patto di Londra senza Fiume o Fiume con la rescissione del Patto di Londra.
      Le rinuncie dalmatiche dei nostri plenipotenziari furono grandissime ma ciò malgrado no» fu possibile l'accordo nemmeno tra Italia Francia e Inghilterra. Se le rinuncie dalmatiche non furono considerate sufficienti dai francesi e dagli inglesi è segno chiaro che essi preferiscono che l'Italia rinunci a Fiume piuttosto che al tratto di Dalmazia concessoci dal Patto di Londra. Questa la situazione alla vigilia dell'incidente. La seduta storica non l'ha modificata affatto. La seduta storica è stata importante dal punto di vista interno — e diciamo en passant e ci ripromettiamo di spiegare domani come qualmente l'on. Orlando non abbia profittato di un'occasione unica che gli si presentava per realizzare l'unità nazionale con l'inclusione dei socialisti parlamentari e dei proletari organizzati — ma detta seduta storica non ha modificato le nostre posizioni diplomatiche a Parigi. Come e perché avviene che la Francia e l'Inghilterra non abbiano invitato l'Italia a riprendere il suo posto alla Conferenza di Parigi? Come e perché avviene che Francia. Inghilterra e Stati Uniti abbiano già preso contatto coi plenipotenziari tedeschi — sia pure per un contatto preliminare e protocollare — senza curarsi in alcun modo dell'assenza dell'Italia? Tutto ciò significa che Francia e Inghilterra non si sono mosse dalle posizioni diplomatiche fissate alla vigilia della partenza di Orlando e Sonnino. Se Francia e Inghilterra premendo su Wilson il quale si rimangia allegramente i suoi quattordici punti salvo quand'è in gioco il diritto dell'Italia o anche al di sopra e contro Wilson fossero entrate nell'ordine di idee di dare all'Italia Fiume più il Patto di Londra a quest'ora i nostri delegati sarebbero tornati a Parigi e l'incidente sarebbe liquidato. Evidentemente tanto la Francia come l'Inghilterra si tengono ancora alla soluzione che potremmo chiamare «minimalista» dei nostri problemi adriatici soluzione che se abbiamo avuto ragione di respingere prima a più forte ragione dobbiamo respingere oggi dopo lo spettacolo dell'unanimità nazionale. Insomma: se gli alleati non ci danno Fiume più il Patto di Londra l'Italia non può tornare a Parigi. E se l'Italia non torna a Parigi e se non tornando l'Italia a Parigi gli alleati procedono — come sembra — per loro conio attuando un vecchio progetto che è quello di fare la pace in due tempi prima colla Germania poi coll'Austria-Ungheria (cioè coi paesi dell'ex Austria-Ungheria) l'Italia è in diritto di diffidare gli alleati di

(segue...)