Dopo il voto
(30 settembre 1919)


      Il 2 giugno 1919 veniva consegnato all'Austria il Trattato di Pace ma le trattative continuarono sino alla firma avvenuta il 10 settembre 1919. Caduto il Ministero Orlando (19 giugno 1919) gli era succeduto il Ministero Nitti che subiva il ricatto dei partiti estremi e l'influenza dell'alta Banca facendo mercimonio del sacro retaggio della Vittoria. Fiume sacrificata dai Trattati dopo avere invano e reiteratamente chiesto giustizia al Senato Americano resisteva ad oltranza e il 12 settembre Gabriele d'Annunzio rompendo gli indugi raccolti tremila volontari che chiamò legionari partì da Ronchi presso Monfalcone e occupò Fiume costituendo la Reggenza del Quarnaro che durò fino al Natale del 1920. In tutto questo periodo l'opera sua fu sostenuta ed aiutata in ogni modo dal Fascismo: il «Popolo d'Italia» si fece promotore di una sottoscrizione popolare che ebbe il valore d'un vero e proprio plebiscito. Ma intanto appena avvenuta l'occupazione da parte dei legionari il Ministro Nitti per supina acquiescenza agli ingiusti Trattati faceva bloccare Fiume per terra e per mare coprendosi per sempre d'ignominia di fronte al Paese e alla Storia. D'Annunzio lo bollò con il soprannome di Cagoia divenuto subito popolare e rimasto come un marchio d'infamia. L'opinione pubblica fu subito contro Nitti e se ne ebbe una ripercussione alla Camera ove il 29 settembre 1919 il Ministero Nitti riuscì a ottenere soltanto una debolissima maggioranza che avrebbe dovuto logicamente provocare la sua caduta. In questa occasione Benito Mussolini pubblicò sul «Popolo d'Italia» il 30 settembre 1919 il seguente articolo:

      Tre fattori sono stati dimenticati nella discussione che ha preceduto il voto di scarsa fiducia della Camera e sono di grandissima importanza. È strano come deputati e ministri non abbiano parlando della situazione tenuto conto di tre elementi decisivi. Primo: la volontà di Fiume.

(segue...)