(segue) I diritti della Vittoria
(9 ottobre 1919)
[Inizio scritto]

      Io ripeto qui quanto dissi altra volta. Nessuna demagogia. I calli alle mani non bastano ancora per dimostrare che uno sia capace di reggere uno Stato od una famiglia. Bisogna reagire contro tutti questi cortigiani e questi nuovi semi-idoli per elevare questa gente dalla schiavitù morale e materiale in cui è caduta. Non bisogna andare verso di essa con l'atteggiamento dei partigiani. Noi siamo dei sindacalisti perché crediamo che attraverso la massa sia possibile di determinare un trapasso dell'economia ma questo trapasso ha un corso molto lungo e complesso. Una rivoluzione politica si fa in 24 ore ma in 24 ore non si rovescia l'economia di una nazione che è parte dell'economia mondiale. Noi non intendiamo con questo di essere considerati una specie di «guardia del corpo» di una borghesia che specialmente nel ceto dei nuovi ricchi è semplicemente indegna e vile. Se questa gente non sa difendersi da se stessa non speri di essere difesa da noi.
      Noi difendiamo la nazione il popolo nel suo complesso. Vogliamo la fortuna morale e materiale del popolo e questo perché sia ben inteso.
      Io credo che con il nostro atteggiamento sia possibile di avvicinarci alla massa. Intanto la Federazione dei Lavoratori del Mare si è staccata dalla Confederazione Generale del Lavoro; i ferrovieri hanno dimostrato nello scioperissimo di essere italiani e di voler essere italiani e mentre l'alta burocrazia delle amministrazioni Pubbliche è piuttosto nittiana e giolittiana il proletariato delle stesse amministrazioni tende a simpatizzare con noi.
      Da cinquantanni si prendono i generali i diplomatici i burocratici dalle classi dirigenti da un nucleo chiuso di ceti e di persone. È tempo di spezzare tutto ciò se si vogliono mettere nuove energie e nuovo sangue nel corpo della nazione.
      E veniamo alle elezioni. Dobbiamo occuparci delle elezioni perché qualunque cosa si faccia è sempre buona regola di stringersi insieme di non bruciare i vascelli dietro di sé. Può essere che in questo mese di ottobre le cose precipitino in un ritmo così frenetico da rendere quasi superato il fatto elettorale. Può essere invece che le elezioni si svolgano. Dobbiamo essere pronti anche a questa seconda eventualità. Ed allora noi fascisti dobbiamo affermarci da soli dobbiamo uscire distinti contati e se saremo pochi bisognerà pensare che siamo al mondo da sei mesi soltanto.

(segue...)