(segue) I diritti della Vittoria
(9 ottobre 1919)
[Inizio scritto]
Dove una probabilità di
affermazione isolata non esista
si potrà costituire il blocco
interventista di sinistra che deve avere da un lato la rivendicazione
dell'utilità dell'intervento italiano ai fini universali
umani e nazionali
contro tutti coloro
giolittiani
pussisti e
clericali
che l'hanno osteggiato. D'altra parte questo programma non
può esaurire la nostra azione
ed allora bisognerà
presentare alla massa i dati fondamentali su cui vogliamo erigere la
nuova Italia. Dove la situazione sarà più complicata
si potrà aderire anche ad un blocco interventista in senso più
complesso e più vasto.
Ma noi vogliamo
soprattutto
consacrare in questa nostra adunata — rivendicandola contro
coloro che la negano e che vorrebbero dimenticarla — la immensa
vittoria italiana.
Noi abbiamo debellato un impero
nemico che era giunto fino al Piave ed i cui dirigenti avevano
tentato di assassinare l'Italia. Noi abbiamo ora il Brennero
abbiamo
le Alpi Giulie e Fiume e tutti gli italiani della Dalmazia. Noi
possiamo dire che tra Piave e Isonzo abbiamo distrutto un impero e
determinato il crollo di quattro autocrazie.
(Un'ovazione vivissima accoglie
la chiusa del discorso di Mussolini che è stato seguito e
sottolineato nei punti più salienti da entusiastiche
acclamazioni).
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