Alle Alpi Giulie!
(22 febbraio 1920)


      La lentezza e lo spirito ambiguo delle trattative diplomatiche continuavano ad amareggiare la coscienza della Nazione mentre si prolungava l'odissea di Fiume. In tal momento il 22 febbraio 1920 il Duce pubblicò sul «Popolo d'Italia» il seguente articolo:

      Quelli che ai tempi delle ormai lontane polemiche furono chiamati «rinunciatari» — se li assiste la buona fede vanno convincendosi che — data la nuova situazione di fatto — il nostro confine orientale deve coincidere con quello geografico segnato sulla cresta delle Alpi Giulie.
      A protestare contro ogni compromesso si adunano oggi a Trieste tutte le rappresentanze di popolo della Venezia Giulia e dalle notizie che ci giungono l'adunata sarà solenne. Del resto i fatti più che le polemiche o le dottrinali disquisizioni danno ragione agli avversari degli ultimi «compromessi» non escluso quello di Parigi che è un'edizione leggermente riveduta e in massima parte peggiorata di quella di Wilson.
      L'Italia è — lo si riconosce dovunque — una democrazia essenzialmente pacifica e liberale. C'è chi dice che lo sia anche troppo! L'Italia vuol vivere in pace ma non in una pace fatta di continue ansie e trepidazioni come fu quella del '66 che ci diede i confini assurdi di Ala e dello Judrio ma in una pace sicura che ci permetta di guardare all'interno e di procedere alla nostra risurrezione economica. Una pace «sicura» si può ottenere anche attraverso ad un «compromesso» quando l'altro contraente sia animato da sentimenti «pacifici» ma non è questo il caso degli jugoslavi.
      Ci troviamo di fronte a questi dati di fatto. Primo: il regno dei serbo-croati-sloveni è tenuto insieme dal comune denominatore della più violenta italofobia. Le dimostrazioni di piazza svoltesi dal 20 al 30 gennaio in tutti i centri della Jugoslavia hanno dato la misura dell'odio profondo che quella razza cova contro di noi. Quest'avversione trova oggi la sua consacrazione ufficiale con la costituzione del nuovo governo di Belgrado senza socialdemocratici e colla prevalenza assoluta degli elementi conservatori e nazionalisti.

(segue...)