(segue) Restare a Valona
(13 giugno 1920)
[Inizio scritto]

      Così l'Italia. Ma gli stessi socialisti davanti alla realtà acciecante modificano un po' l'indecente atteggiamento albanesofilo assunto dall'organo quotidiano del partito. Così dev'essere interpretato l'ordine del giorno votato dal Comitato Direttivo del Gruppo Parlamentare Pussista. Lasciamo andare lo scherno sul «vano e grottesco sforzo dell'imperialismo italiano in Albania». Il che rientra nell'abitudine dei socialisti italiani — abitudine inveterata — che consiste nello sputare con particolare voluttà sull'Italia. Ma chi è stato in Albania nella zona già occupata dalle nostre truppe — e nessuno dei socialisti autori dell'ordine del giorno c'è stato — sa quali mirabili opere di bonifica di risanamento di viabilità sono state compiute dal «vano e grottesco sforzo» dell'imperialismo italiano. C'è nell'ordine del giorno social-pussista un'affermazione notevole che smentisce in pieno i zelatori che sull'Avanti! cantarono la laude all'illustre nazione albanese.
      «... Pur convinto — dice l'ordine del giorno — che dietro al grosso brigantaggio politico dei feudatari albanesi ammantati da patriottismo si muovono influenze straniere e rivalità capitalistiche...».
      Oh allora! Non è dunque vero che l'illustre nazione albanese lotta per la sua indipendenza — come tentava di dare a bere Porganone socialista —; è vero invece che le bande ribelli sono agli ordini e al soldo d'influenze straniere e di rivalità capitalistiche. Domandiamo: l'Italia nazione proletaria perché deve sempre ed invariabilmente subire le influenze straniere e il gioco delle rivalità capitalistiche?
      L'ordine del giorno socialista conclude con un invito generico: «al Governo italiano per il sollecito abbandono in Albania e ovunque di ogni politica di conquiste militari non solo inutili ma anzi esiziali alle legittime espansioni dei traffici ed alla libera ricerca di lavoro da parte di ogni proletariato in ogni terra».

(segue...)