Celebrazione
(11 settembre 1920)
Era passato un
anno dalla marcia dei legionari di Ronchi per la salvezza di Fiume;
la città adriatica
sotto la reggenza di Gabriele d'Annunzio
resisteva ad oltranza. In tutta Italia
il 12 settembre 1920
si
celebrò l'anniversario con dimostrazioni che erano un monito
al Governo. Alla vigilia
l'undici settembre 1920
appariva sul
«Popolo d'Italia» il seguente articolo:
Concediamo al nostro spirito una
sosta — sia pure di un attimo — fra le ansie della
tempestosa cronaca dei movimenti di classe. Un attimo di gioia. Basta
scandire in se stessi le parole: Fiume... Carnaro... d'Annunzio...
per risentire un brivido magico attraverso il sangue. Come se una
notte fonda di tenebre si stracciasse d'improvviso nella più
luminosa delle aurore
così i nomi di Fiume e di d'Annunzio
riportano lo spirito nell'atmosfera ardente del sacrificio
dell'eroismo e della dedizione di tutte le più alte virtù
della razza.
Fiume! Libero comune italiano
nei secoli
che resiste ad ogni tentativo di magiarizzazione. Quando
l'impero degli Absburgo crolla a Vittorio Veneto
Fiume
che aveva
covato durante cinque anni di guerra la sua inesausta e inesauribile
passione
si offre all'Italia che l'aveva dimenticata o
peggio
ancora
l'aveva misconosciuta.
Per quale mai mostruosa
aberrazione non è stato possibile accogliere il voto
quando
oramai due anni sono passati dal giorno in cui la vecchia
Austria-Ungheria crollò per sempre? Cecità
insufficienza
viltà di governi
incoscienza di popoli. È
per viltà che l'Italia non ha ancora la sua pace adriatica
è
per viltà che l'Italia ha respinto l'offerta di Fiume. Di più
e peggio: l'Italia del non mai a sufficienza infamato Cagoia era
giunta al punto di tollerare che Fiume — dopo un breve dominio
interalleato — passasse ai croati. Non c'è da credere
che il popolo italiano — nelle sue vaste masse — avrebbe
respinto la vergogna. Si sarebbe gridato: Via da Fiume!
come si è
gridato: Via da Valona
coll'identico risultato di rinnegare la
giustizia per sé
incoraggiando il vorace imperialismo degli
altri.
(segue...)
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