(segue) Celebrazione
(11 settembre 1920)
[Inizio scritto]

      Nell'attesa dell'inevitabile Fiume definisce se stessa nell'ordine giuridico interno ed internazionale. Gli Statuti d'annunziani non sono un componimento letterario — di sapore arcaico — come si è detto da taluni. No. Sono Statuti vivi e vitali. Non soltanto per una città ma per una nazione. Non soltanto per Fiume ma per l'Italia!

      * * *

      In questo giorno noi rinnoviamo la nostra professione di Fede. Ci riteniamo ancora come un anno fa soldati disciplinati agli ordini del Comandante.
      Abbiamo vissute tristi giornate di tradimento ricattatore e di calunnia imbecille ma il pensiero di Fiume libera e italiana passa come un vivido raggio di luce sulle nebbie degli ingrati ricordi.
      Ciò che deve essere sarà. Fiume può dire ancora all'Italia la parola suprema.
      Noi l'attendiamo.