(segue) Discorso di Trieste
(20 settembre 1920)
[Inizio scritto]
E se io ho una disistima
profonda
un disprezzo profondo di molti capi del movimento
bolscevico d'Italia
è perché li conosco bene
perché
li ho conosciuti tutti quanti
sono stato con loro a contatto; so
benissimo che quando fanno i leoni sono conigli
so benissimo che
fanno come quei tali frati di Arrigo Heine
che predicano apertamente
l'acqua e bevono nascostamente il vino. Noi vogliamo appunto che
questa turpe speculazione finisca
anche perché è
antinazionale.
Mi sapete dire per qual caso
singolare in tutte le questioni i socialisti italiani sono contro
l'Italia? Mi sapete dire perché sono sempre coi popoli che
avversano l'Italia? Cogli albanesi
coi croati
coi tedeschi e con
tutti gli altri popoli? Mi sapete spiegare perché si grida
viva l'Albania che fa la guerra per avere Valona che è
albanese e non si grida viva l'Italia che fa la guerra per avere
Trento e Trieste che sono italiane? Ma che criterio è questo
di esser sempre contro l'Italia e di gridare sempre stupidissimi
«via»?
Quattro arabi si rivoltano in
Libia: via dalla Libia! Seimila albanesi attaccano: via da Valona! E
se domani i croati della Dalmazia ci attaccheranno
i socialisti
diranno: via dalla Dalmazia! E se domani su questi monti arsicci del
Carso si sviluppasse un movimento insurrezionale contro Trieste
temo
che i socialisti d'Italia direbbero anche: via da Trieste! (A questo
punto tutto il pubblico scatta in piedi gridando «Mail»).
Ma ci sono anche italiani di qui e fuori di qui che affogherebbero
loro in bocca il grido fratricida.
Ed è lo stesso della loro
opposizione alla guerra. Vedete
la guerra è cosa orribile. Lo
sanno coloro che l'han fatta. Ma allora bisogna spiegarsi: o la
guerra in sé e per sé
fatta per qualsiasi ragione
sotto qualsiasi latitudine
per qualsiasi pretesto
non deve farsi e
allora io rispetto questi umanitari
questi tolstoiani se dicono: io
abborro dal sangue per qualsiasi ragione sia versato. Li rispetto e
li ammiro
sebbene trovi ciò leggermente inattuabile. Ma i
socialisti gridano «abbasso la guerra»
quando la fa
l'Italia e «viva la guerra» quando la fa la Russia. Voi
avete un giornale che era lieto quando i cosidetti bolscevichi
marciavano su Varsavia e usava uno stile prettamente militare:
«Mentre scriviamo
il cannone
ecc.». Lo sappiamo a
memoria. Ma allora la guerra non è la stessa cosa. La guerra
russa non fa vedove
non fa orfani? Non è fatta con cannoni
aeroplani
e tutte le armi infine che straziano e uccidono corpi
umani? O voi
dunque
siete contrari a tutte le guerre
e allora noi
potremo discutere insieme
ma se voi fate distinzione fra guerra e
guerra
guerra che si può fare e guerra che non si può
fare
allora noi vi diciamo che il vostro umanitarismo ci fa schifo.
E se avete ragione di fare la guerra
avevamo ragione noi di farla
per i destini della nazione nel 1915. (Applausi).
(segue...)
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