(segue) Discorso di Trieste
(20 settembre 1920)
[Inizio scritto]
Quale può essere quindi —
e volgo alla fine — il compito dei fascisti? Il compito dei
fascisti in Italia è questo: tenere testa alla demagogia con
coraggio
energia ed impeto. Il Fascio si chiama di combattimento e
la parola combattimento non lascia dubbi di sorta. Combattere con
armi pacifiche
ma anche con armi guerriere. Del resto tutto ciò
è normale in Italia perché tutto il mondo si arma e
quindi è assolutamente necessario che noi che siamo italiani
ci armiamo a nostra volta. Ma il compito dei fascisti di queste terre
è più delicato
più sacro
più difficile
più necessario. Qui il fascismo ha ragione d'essere; qui il
fascismo trova il suo terreno naturale di sviluppo. In questa
giornata storica mentre la crisi italiana sembra aggravarsi —
non importa
si risolverà — io ho fiducia illimitata
nell'avvenire della nazione italiana. Le crisi si succederanno alle
crisi
ci saranno pause e parentesi
ma andremo all'assestamento e
non si potrà pensare a una storia di domani senza la
partecipazione italiana. Perché è bensì vero che
nel 1919 l'Italia ha avuto un Nitti e nel 1920 un Giolitti
ma se
questa è la faccia nera della situazione
dall'altra parte la
faccia splendente di questa situazione è Gabriele d'Annunzio
il quale ha realizzato l'unica rivoltai contro la plutocrazia di
Versaglia.
Molti ordini del giorno
molti
articoli di giornali
molte chiacchiere più o meno insulse
ma
l'unico che abbia compiuto un gesto vero e reale di rivolta
l'unico
che per 12 o 13 mesi ha tenuto in iscacco tutte le forze del mondo
è
Gabriele d'Annunzio insieme coi suoi legionari. Contro quest'uomo di
pura razza italiana si accaniscono tutti i vigliacchi ed è per
questo che noi siamo Serissimi ed orgogliosi di essere con lui
anche
se contro di noi si accanisca la vasta tribù degli scemi.
Quest'uomo significa anche la possibilità della vittoria e
della resurrezione. E questa possibilità esiste
perché
abbiamo fatto la guerra e abbiamo vinto ed è ridicolo che
coloro che di più hanno beneficiato della guerra
in stipendi
in voti
in onori
siano proprio coloro che sputano oggi su questa
guerra e su questa vittoria. Ad ogni modo io penso
e questa vostra
adunata me ne fa testimonianza solenne
che l'ora della riscossa del
valore nazionale è spuntata. C'è da una parte un vasto
mondo che brulica
ma c'è anche un mondo che non è
immemore
che non è ignorante. (Applausi vivissimi).
(segue...)
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