(segue) Per i fatti di Sarzana
(22 luglio 1921)
[Inizio scritto]
Oggi in quest'aula sono stati
pronunziati due discorsi. Ha parlato il comunista Bombacci e ha detto
che fra comunisti e fascisti
fra comunisti
che vogliono
l'istituzione di una repubblica federale
tipo russo
con relativo
stemma sul Campidoglio
e noi
che saremmo all'avanguardia della
borghesia
non ci può essere che quello che Carlo Marx scrive
alla fine del suo libro sulle lotte civili in Francia: combattimenti
sanguinosi o il nulla.
Ora dichiaro subito che accetto
perché essendo noi in contrasto non soltanto di interessi
ma
di spirito
coi comunisti
non ci può essere
a mio avviso
transazione di sorta. Ma d'altra parte
poiché l'onorevole
Bombacci ha promesso e si è impegnato per una lotta leale
aia
pure di guerra
io gli domando se l'assassinio dei feriti
e
l'atteggiamento degli infermieri comunisti di Sarzana possano
rientrare e debbano rientrare nei limiti di quella modesta umanità
dalla quale non esulano nemmeno le tribù selvagge del deserto.
(Approvazioni).
Più grave a mio avviso
è
stato il discorso dell'onorevole Turati. Io non rilevo la
sconvenienza con cui egli ha parlato di me. L'onorevole Turati mi
conosce da tempo e quindi poteva risparmiarmi una fraseologia
sconveniente.
Ma
a parte questo
che è
un riflesso totalmente personale
e sul quale io ho troppo buon gusto
per insistere
rilevo che l'onorevole Turati
il quale appare
l'apostolo più sollecito e indefesso dell'opera di
pacificazione
oggi ha tenuto un discorso
che potrebbe pesare
gravemente sul corso delle trattative future.
Egli
interpretando una frase
dell'amico Grandi
che doveva intendersi in un senso spirituale e
intellettuale
ha dichiarato che si parlano due lingue
che
apparteniamo a due razze. Se questo è
allora nei protocolli
di pacificazione si appalesano fin da questo momento
il ridicolo e
l'assurdo.
(segue...)
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