(segue) Discorso all'Augusteo
(7 novembre 1921)
[Inizio scritto]
Il Partito popolare
prima di
fischiarlo
studiamolo. Ora questo è indubbiamente un partito
potente
perché si appoggia a trentamila parrocchie
ha
un'organizzazione politica disciplinata che scimmiotta il Fascismo.
Potente per le banche
i giornali e il prestigio che lo fa ritenere
espressione del mondo cattolico. Anch'esso è travagliato da
crisi interne. Esso raccoglie molti elementi della più fetida
neutralità; esso ha molti elementi che hanno sabotata la
guerra e sul terreno agrario gareggia col bolscevismo vero e proprio.
Abbiamo quindi due bolscevismi: quello rosso e quello migliolino.
Contro questo partito
noi non possiamo non ingaggiare la lotta. Vi è
l'ala destra di esso che cerca riconciliarsi con la Nazione
ma la
riconciliazione comincia là dove si riconosce prima di tutto
Roma capitale d'Italia.
Il popolo italiano ha una grande
storia. Basta scendere a Roma per sentire che venti e trenta secoli
fa era il centro del mondo e gli italiani nei secoli passati furono
grandi nelle arti
nelle lettere e nei commerci. Dal loro popolò
si espressero il genio di Dante e di Napoleone. L'Italia d'oggi ha
vita da soli cinquant'anni. Soltanto attorno al '70 l'Italia ebbe gli
uomini della destra che compresero
pure errando spesso
il suo
avvenire. Furono quelli uomini pieni di intelletto e soprattutto di
probità politica
che non avevano l'abitudine di mistificare
le masse. Il fascismo deve volere che dentro i confini non vi siano
più veneti
romagnoli
toscani
siciliani e sardi: ma
italiani
solo italiani. E per questo il Fascismo sarà contro
ogni tentativo separatistico
e quando le autonomie che oggi si
reclamano dovessero portarci al separatismo
noi dovremmo essere
contro. Noi siamo per un decentramento amministrativo
non per la
divisione dell'Italia.
Durante gli ultimi decenni di
travaglio nazionale l'Italia ebbe un uomo solo che ebbe... voi
m'intendete! Parlo di Francesco Crispi. Egli solo seppe proiettare
l'Italia nel Mediterraneo con anima e pensiero imperialistico. Ma
quando parlo di imperialismo non intendo riferirmi a quello
prussiano; intendo un imperialismo economico di espansione
commerciale. Quei popoli che un giorno
privi di volontà
si
rinchiudono in casa
sono quelli che si avviano alla morte.
(segue...)
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