(segue) Il discorso di Cremona
(26 settembre 1922)
[Inizio scritto]
Vedendo passare le vostre
squadre
disciplinate
fervide di energia
di passione; vedendo
passare i piccoli Balilla che rappresentano la primavera ancora
acerba della vita; poi gli squadristi che sono nel pieno della
giovinezza; finalmente gli uomini dalla solida virilità
non
esclusi i vecchi
io mi dicevo che la gamma della razza è
perfetta
in quanto abbraccia la fase prima e la fase ultima della
vita.
Ebbene
o fascisti
principi e
triari! Grandi compiti ci aspettano. Quello che abbiamo fatto è
poco a paragone di quello che dobbiamo fare. C'è già un
contrasto vivo
drammatico
sempre più palpitante di attualità
fra una Italia di politicanti imbelli e l'Italia sana
forte
vigorosa
che si prepara a dare il colpo di scopa definitivo a tutti
gli insufficienti
a tutti i ribaldi
a tutti i mestieranti
a tutta
la schiuma infetta della società italiana.
Né si illudano gli
avversari. Supponevano nell'infausto '19
quando noi
qui in Cremona
ed in tutta Italia
eravamo un manipolo di uomini
supponevano
per
lusingare la loro immensa viltà
che il Fascismo sarebbe stato
un fenomeno passeggero. Orbene il Fascismo vive da quattro anni ed ha
dinanzi a sé il compito necessario per riempire un secolo. Né
si illudano — gli avversari — di poter fiaccare la nostra
compagine
perché noi vogliamo sempre più renderla
compatta
disciplinata
militare
affiatata
attrezzata per tutte le
eventualità
perché
o amici
se sarà necessario
un colpo risolutivo
tutti
dal primo all'ultimo — e guai al
disertore od al traditore
ché sarà colpito! —
tutti
dal primo all'ultimo
faranno il loro preciso dovere. Insomma
noi vogliamo che l'Italia diventi fascista!
Ciò è semplice.
Ciò è chiaro. Noi vogliamo che l'Italia diventi
fascista
poiché siamo stanchi di vederla all'interno
governata con principi e con uomini che oscillano continuamente fra
la negligenza e la viltà; e siamo
soprattutto
stanchi di
vederla considerata all'estero come una quantità trascurabile.
(segue...)
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