(segue) Il discorso alla «Sciesa» di Milano
(4 ottobre 1922)
[Inizio scritto]

      I tedeschi sono meravigliati e stupiti di vedersi dinanzi la gioventù fascista che è bella fisicamente ed è magnifica moralmente. Hanno l'aria di domandarsi questi tedeschi che popolano abusivamente il territorio italiano: «Che Italia è questa? Noi rispondiamo: «Voi tedeschi attraverso i Ministeri della disfatta e della mala pace eravate abituati all'Italia di Abba Garima: dovete famigliarizzarvi con l'Italia di Vittorio Veneto che è una Italia di qualità di forza di energia che dice: Al Brennero ci siamo e ci resteremo! Non vogliamo andare ad Innsbruck; ma non pensate affatto che Germania ed Austria possano ritornare mai più a Bolzano!».
      Questo è lo Stato fascista quale si rivela agli occhi degli italiani in due momenti tipici della cronaca attuale; il disastro di San Terenzio e la occupazione fascista di Bolzano.
      I cittadini si domandano: «Quale Stato finirà per dettare la sua legge agli italiani?» Noi non abbiamo nessun dubbio a rispondere: «Lo Stato fascista!»
      Il Corriere della Sera dice: «Bisogna far presto!» Siamo d'accordo! Una Nazione non può vivere tenendo nel suo seno due Stati due Governi uno in atto uno in potenza. Ma quali sono le vie per arrivare a dare un Governo alla Nazione? Diciamo Governo; ma quando noi diciamo Stato intendiamo qualche cosa di più. Intendiamo lo spirito non soltanto la materia inerte ed effimera! Ci sono due mezzi o signori: se a Roma non sono diventati tutti rammolliti dovrebbero convocare la Camera ai primi di novembre fare votare la legge elettorale riformata convocare il popolo a comizio entro dicembre. Poiché la crisi Facta come invoca il Corriere non potrebbe spostare la situazione.
      Fate trenta crisi al Parlamento italiano così come è oggi ed avrete trenta reincarnazioni del signor Facta. Se il Governo o signori non accetta questa strada allora noi siamo costretti ad imboccare l'altra. Vedete che il nostro giuoco ormai è chiaro. D'altra parte non è pensabile più quando si tratta di dare l'assalto ad uno Stato la piccola congiura che rimane segreta sì e no fino al momento dell'attacco. Noi dobbiamo dare degli ordini a centinaia di migliaia di persone e pretendere di conservare il segreto sarebbe la più assurda delle pretese e delle speranze. Noi giochiamo a carte scoperte fino al punto in cui è necessario di tenerle scoperte. E diciamo: «C'è un'Italia che voi governanti liberali non comprendete più. Non la comprendete per la vostra mentalità arretrata non la comprendete per il vostro temperamento statico non la comprendete perché la politica parlamentare vi ha inaridito lo spirito. L'Italia che è venuta dalle trincee è un'Italia forte un'Italia piena di impulsi di vita».

(segue...)