(segue) Il discorso alla «Sciesa» di Milano
(4 ottobre 1922)
[Inizio scritto]

      Dividiamo gli italiani in tre categorie: gli italiani indifferenti che rimarranno nelle loro case ad attendere i simpatizzanti che potranno circolare e finalmente gli italiani nemici e questi non circoleranno.
      Non prometteremo nulla di speciale. Non assumeremo atteggiamenti di missionari che portano la verità rivelata. Non credo che i nemici ci opporranno ostacoli seri. Il sovversivismo è a terra. Voi vedete il congresso di Roma. Quale cosa pietosa è stata! Quando leader di un congresso diventa un Buffoni qualunque come quell'avvocato di Busto o di altro paese che sia voi capite che siamo già all'ultimo gradino della scala. C'era un socialismo? Oggi ce ne sono quattro con tendenza ad aumentare. E quel che più conta ognuno di costoro intende di essere il rappresentante dell'autentico socialismo. Il proletariato non può che sbandarsi. È sfiduciato schifato del contegno dei socialisti. Ho già detto del resto che il socialismo non è soltanto tramontato nel partito: è tramontato nella filosofia e nella dottrina. Ci vogliono gli italiani ed in genere gli occidentali a bucare con gli spilli della loro logica le grottesche vesciche del socialismo internazionale.
      Forse vista la cosa sotto l'aspetto storico è una lotta fra l'Oriente e l'Occidente: fra l'Oriente famoso caotico rassegnato (vedi la Russia) e noi popolo occidentale che non ci lasciamo trasportare eccessivamente dai voli della metafisica e che siamo assetati di concrete dure realtà.
      Gli italiani non possono essere a lungo mistificati da dottrine asiatiche assurde e criminose nella loro applicazione pratica e concreta. Questo è il senso del Fascismo italiano il quale rappresenta una reazione all'andazzo democratico per cui tutto doveva essere grigio mediocre uniforme livellatore; in cui dal capo supremo dello Stato all'ultimo usciere di Pretura si faceva di tutto per attenuare nascondere rendere fugace e transitoria l'autorità dello Stato. Dal Re troppo democratico all'ultimo funzionario noi abbiamo subito le conseguenze di questa concezione falsa della vita. La democrazia credeva di rendersi preziosa presso le masse popolari e non comprendeva che le masse popolari disprezzano coloro che non hanno il coraggio di essere quello che devono essere. Tutto questo la democrazia non ha capito. La democrazia ha tolto lo «stile» alla vita del popolo. Il Fascismo riporta lo «stile» nella vita del popolo: cioè una linea di condotta; cioè il colore la forza il pittoresco l'inaspettato il mistico; insomma tutto quello che conta nell'animo delle moltitudini. Noi suoniamo la lira su tutte le corde: da quella della violenza a quella della religione da quella dell'arte a quella della politica. Siamo politici e siamo guerrieri. Facciamo del sindacalismo e facciamo anche delle battaglie nelle piazze e nelle strade. Questo è il Fascismo così come fu concepito e come fu attuato e come è attuato soprattutto a Milano.

(segue...)