(segue) Il discorso alla «Sciesa» di Milano
(4 ottobre 1922)
[Inizio scritto]

      Bisogna o amici mantenere questo privilegio. Tenere sempre il Fascismo magnifico in questa linea meravigliosa di forza e di saggezza. Non abbandonarsi alla imitazione; poiché quello che è possibile in una data plaga agricola in un dato momento in un dato ambiente non è possibile a Milano. Qui la situazione è stata capovolta più per maturazione spontanea di eventi che per violenza di uomini o di cose. Qui il nostro dominio si afferma sempre più solido sicuro effettivo. Ed allora o amici noi dobbiamo prepararci con animo puro forte sgombro di preoccupazioni ai compiti che ci aspettano.
      Domani è assai probabile è quasi certo tutta la impalcatura formidabile di uno Stato moderno sarà sulle nostre spalle. Non sarà soltanto sulle spalle di pochi uomini: sarà sulle spalle di tutto il Fascismo italiano.
      E milioni di occhi spesso malevoli e milioni di uomini anche oltre le frontiere ci guarderanno. E vorranno vedere come funzionano le nostre gerarchie: vorranno vedere come si amministrerà la giustizia nello Stato fascista come si tutelano i galantuomini come si fa la politica estera come si risolvono i problemi della scuola della espansione dell'esercito. Ed ognuno che sia colto in fallo riverbererà il suo fallo e la sua vergogna su tutta la gerarchia dello Stato e necessariamente del Fascismo.
      Avete voi o amici la sensazione esatta di questo compito formidabile che ci attende? Siete voi preparati spiritualmente a questo trapasso? Credete voi che basti soltanto l'entusiasmo? Non basta! È necessario però perché l'entusiasmò è una forza primitiva e fondamentale dello spirito umano. Non si può compiere nulla di grande se non si è in istato di amorosa passione in istato di misticismo religioso. Ma non basta. Accanto al sentimento ci sono le forze raziocinanti del cervello. Io credo che il Fascismo nella crisi generale di tutte le forze della Nazione abbia i requisiti necessari per imporsi e per governare. Non secondo la demagogia ma secondo la giustizia.

(segue...)