(segue) Il discorso alla «Sciesa» di Milano
(4 ottobre 1922)
[Inizio scritto]
Ed allora
governando bene la
Nazione
indirizzandola verso i suoi destini gloriosi
conciliando
gli interessi delle classi senza esasperare gli odii degli uni e gli
egoismi degli altri
proiettando gli italiani come una forza unica
verso i compiti mondiali
facendo del Mediterraneo il lago nostro
alleandoci
cioè
con quelli che nel Mediterraneo vivono
ed
espellendo coloro che del Mediterraneo sono i parassiti; compiendo
questa opera dura
paziente
di linee ciclopiche
noi inaugureremo
veramente un periodo grandioso della storia italiana.
Così ricorderemo i nostri
Morti; così onoreremo i nostri Morti
così li
iscriveremo nel libro d'oro dell'Aristocrazia fascista.
Indicheremo i Loro nomi alle
nuove generazioni
ai bambini che vengono su e rappresentano la
primavera eterna della vita che si rinnova. Diremo: «Grande fu
lo sforzo
duro il sacrificio e purissimo il sangue che fu versato: e
non fu versato per salvaguardare interessi di individui o di caste o
di classi: non fu versato in nome della materia; ma fu versato in
nome di una idea: in nome dello spirito
in nome di quanto di più
nobile
di più bello
di più generoso
di più
folgorante può contenere un'anima umana. Vi domandiamo di
ricordare ogni giorno con l'esempio i nostri Morti: di essere degni
del Loro sacrificio: di compiere quotidianamente il vostro esame di
coscienza».
Amici
io ho fiducia in voi! Voi
avete fiducia in me! In questo mutuo leale patto è la
garanzia
è la certezza della nostra vittoria! Viva l'Italia!
Viva il Fascismo! Onore e gloria ai nostri Martiri!
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