La situazione
(29 ottobre 1922)
Il 28 ottobre si
compie la Marcia su Roma. La mobilitazione fascista si è
svolta con ordine
con audacia
con eroismo. I Fascisti sono padroni
della situazione e il Duce - sul «Popolo d'Italia» del 29
ottobre 1922 - ne rende conto - pacatamente - sventando con energia i
vani tentativi di transazioni parlamentari. Si è al primo
giorno dell'ira fascista.
La situazione è questa:
gran parte dell'Italia Settentrionale è in pieno potere dei
fascisti. L'Italia Centrale — Toscana
Umbria
Marche
Alto
Lazio — è tutta occupata dalle «Camicie Nere».
Dove non sono state prese d'assalto le Questure e le Prefetture
i
fascisti hanno occupato stazioni e poste
cioè i grandi centri
nervosi della vita della Nazione. L'Autorità politica —
un poco sorpresa e molto sgomentata — non è stata capace
di fronteggiare il movimento
perché un movimento di questo
genere non si contiene e meno ancora si schiaccia. La vittoria si
delinea vastissima tra il consenso quasi unanime della Nazione. Ma la
vittoria non può essere mutilata da combinazioni dell'ultima
ora. Per arrivare a una transazione Salandra
non valeva la pena di
mobilitare. Il Governo dev'essere nettamente fascista.
Il Fascismo non abuserà
della sua vittoria
ma intende che non venga diminuita. Ciò
sia ben chiaro a tutti. Niente deve turbare la bellezza e la foga del
nostro gesto. I fascisti sono stati e sono meravigliosi. Il loro
sacrificio è grande e dev'essere coronato da una pura
vittoria. Ogni altra soluzione è da respingersi. Comprendano
gli uomini di Roma che è ora di finirla coi vieti formalismi
mille volte
e in occasioni meno gravi
calpestati. Comprendano che
sino a questo momento la soluzione della crisi può ottenersi
rimanendo ancora nell'ambito della più ortodossa
costituzionalità
ma che domani sarà forse troppo
tardi. L'incoscienza di certi politici di Roma oscilla tra il
grottesco e la fatalità. Si decidano! Il Fascismo vuole il
potere e lo avrà!
(segue...)
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