(segue) Il primo discorso presidenziale
(16 novembre 1922)
[Inizio scritto]

      Per quello che riguarda l'Austria l'Italia manterrà fede ai suoi impegni e non trascurerà di spiegare azione di ordine economico anche nei confronti dell'Ungheria e della Bulgaria.
      Riteniamo che per quanto riguarda la Turchia si debba a Losanna riconoscere quello che è ormai un fatto compiuto con le necessarie garanzie per il traffico negli Stretti per gli interessi europei e per quelli delle minoranze cristiane.
      La situazione che si è determinata nei Balcani e nell'Islam va attentamente vigilata. Quando la Turchia abbia avuto quel che le spetta non deve pretendere altro. Ad un dato momento bisogna avere il coraggio di dire alla Turchia: «sin qui ma non oltre». A nessun costo.
      Solo con un fermo linguaggio tanto più fermo quanto più leale sarà stata la condotta degli alleati si può evitare il pericolo di complicazioni balcaniche e quindi necessariamente europee.
      Non dimentichiamo che ci sono 44.000 mussulmani in Romania 600.000 in Bulgaria 400.000 in Albania 1.500.000 nella Jugoslavia: un mondo che la vittoria della Mezzaluna ha esaltato almeno sotterraneamente.
      Per quanto riguarda la Russia l'Italia ritiene che sia giunta ormai l'ora di considerare nella loro attuale realtà i nostri rapporti con quello Stato prescindendo dalle sue condizioni interne nelle quali come Governo non vogliamo entrare come non ammettiamo interventi estranei nelle cose nostre e siamo quindi disposti ad esaminare la possibilità di una soluzione definitiva.
      Circa la partecipazione della Russia a Losanna l'Italia ha sostenuto la tesi più liberale e non dispera di farla trionfare quantunque fino ad oggi la Russia sia stata invitata per discutere limitatamente alla questione degli Stretti.
      I nostri rapporti con gli Stati Uniti sono ottimi e sarà mia cura di perfezionarli soprattutto nel campo di una desiderabile infima collaborazione d'ordine economico.

(segue...)