(segue) Il primo discorso presidenziale
(16 novembre 1922)
[Inizio scritto]

      Col Canada sta per essere firmato un Trattato di commercio. Cordiali sono i nostri rapporti con le Repubbliche del Centro e Sud America e specialmente col Brasile e con l'Argentina dove vivono milioni di Italiani ai quali non devono essere negate le possibilità di partecipare alla vita locale il che valorizzandoli non li allontanerà ma li legherà più vivamente alla Madre Patria.
      Quanto al problema economico finanziario l'Italia sosterrà nel prossimo convegno di Bruxelles che debiti e riparazioni formino un binomio inscindibile. Per questa politica di dignità e di utilità nazionale occorrono alla Consulta organi centrali e periferici adeguati alle nuove necessità della coscienza nazionale e all'accresciuto prestigio dell'Italia nel mondo.
      Le direttive di politica interna si riassumono in queste parole: economia lavoro disciplina. Il problema finanziario è fondamentale: bisogna arrivare con la maggiore celerità possibile al pareggio del bilancio statale. Regime della lesina: utilizzazione intelligente delle spese: aiuto a tutte le forze produttive della Nazione: fine di tutte le residuali bardature di guerra.
      Sulla situazione finanziaria che pure essendo grave è suscettibile di rapido miglioramento vi riferirà ampiamente il mio collega Tangorra in sede di richiesta dell'esercizio provvisorio. Chi dice lavoro dice borghesia produttiva e classi lavoratrici della città e dei campi. Non privilegi alla prima non privilegi alle ultime ma tutela di tutti gli interessi che si armonizzano con quelli della produzione e della Nazione.
      Il proletariato che lavora e della cui sorte ci preoccupiamo ma senza colpevoli demagogiche indulgenze non ha nulla da temere e nulla da perdere ma certamente tutto da guadagnare da una politica finanziaria che salvi il bilancio dello Stato ed eviti quella bancarotta che si farebbe sentire in disastroso modo specialmente sulle classi più umili della popolazione. La nostra politica emigratoria deve svincolarsi da un eccessivo paternalismo ma il cittadino italiano che emigra sappia che sarà saldamente tutelato dai rappresentanti della Nazione all'estero.

(segue...)