(segue) Replica ai Deputati
(17 novembre 1922)
[Inizio scritto]
Sono lieto delle sue
dichiarazioni
on. Cao. Sono lieto che la Sardegna abbia riconfermato
la sua volontà di vivere con noi
perché qualche cosa
nella storia di oggi ha dimostrato che i piccoli Stati non possono
vivere soli.
Dico all'on. Cao che ci
occuperemo amorosamente della situazione sarda.
Debbo anche rispondere all'on.
Rosadi
che mi rimproverava per non aver io
volutamente
individuato
quella città dell'Adriatico
la cui passione è viva nei
nostri cuori.
Ma poi che il mondo balcanico è
in fermento
intendo mantenere su quest'argomento il massimo riserbo.
Tuttavia l'on. Rosadi deve sapere che per Fiume sono stati adottati
molti provvedimenti benefici a quella città.
Non posso ammettere che l'on.
Wilfan venga alla Camera italiana a tenere un discorso che potrei
chiamare sconveniente
e mi limiterò a chiamare eccessivo.
Noi possiamo fare nei confronti
delle piccole minoranze allogene una politica di equità e di
giustizia
ma non dobbiamo con questo dimenticare i diritti della
grande massa degli italiani. Non dovete dimenticare che se siamo al
Nevoso
vi siamo per una dura necessità. E se siamo al
Brennero
vi siamo per un'altra dura necessità.
Vorrei concludere pregando il
nostro Presidente di ritirare le sue dimissioni e suggellare con
questo gesto il passato
per iniziare l'era che noi vogliamo
inaugurare.
Non siamo dei miracolisti e
nessuno può pretendere da noi che la situazione si capovolga
immediatamente. Sarebbe quello che Lenin chiama «infantilismo».
L'azione è complessa ed
ha infinite interferenze d'indole economica
politica
morale.
Noi non respingiamo nessuna
collaborazione
e se domani
per esempio
fosse tratto in ballo un
competente adatto a trattare una determinata questione commerciale da
quella parte (indica la sinistra)
non avrei nessuna difficoltà
ad accettarlo.
(segue...)
|