(segue) Agli operai del Porto di Genova
(7 gennaio 1923)
[Inizio scritto]
Il Governo, voi lo vedete,
governa; governa per tutti, al di sopra di tutti e se è
necessario contro tutti. Governa per tutti perché tiene conto
degli interessi generali; governa contro tutti quando categorie,
siano di borghesi, siano di proletari, vogliono anteporre i loro
interessi a quelli che sono gli interessi generali della Nazione. Io
sono sicuro che se il popolo lavoratore, di cui voi siete la
minoranza aristocratica, continuerà a dar questo spettacolo
nobilissimo di calma, di disciplina, la Nazione che era sull'orlo
dell'abisso si riscatterà pienamente.
Non dico frasi che non siano
pensate e meditate: dopo due mesi di Governo vi dico che se la
rivoluzione fascista avesse tardato ancora qualche mese, e forse
soltanto qualche settimana, la Nazione sarebbe piombata nel caos.
Tutto quello che facciamo è in fondo lavoro arretrato:
liberiamo i cittadini dal peso delle leggi che erano il frutto di una
politica di demagogia insulsa, liberiamo lo Stato da tutte le
superstrutture che lo soffocavano, da tutte le sue funzioni
economiche per le quali non è adatto; lavoriamo per andare al
pareggio; il che significa rivalutare la lira; il che significa
prendere una posizione di dignità e di forza nel mondo
internazionale.
L'Italia che noi vogliamo fare,
che costruiamo giorno per giorno, che noi faremo, perché
questa è la fede e la nostra volontà incrollabile, sarà
una creatura magnifica di forza e di saggezza. E potete essere certi
che in questa Italia, il lavoro, tutto il lavoro, quello dello
spirito e quello del braccio terrà come deve tenere il primo
posto.
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