(segue) Agli operai del Poligrafico
(28 gennaio 1923)
[Inizio scritto]

      Ci sono degli uomini che evidentemente non si rendono ancora conto di quanto è successo in Italia da tre mesi a questa parte. Ci sono per fortuna centinaia e migliaia di lavoratori, potrei dire milioni, se non volessi andare alle cifre cospicue, ci sono, dicevo, enormi masse di lavoratori che cominciano ad accostarsi allo Stato nazionale, che concilia in se stesso gli interessi di tutte le categorie, che vuole, fermissimamente vuole, la grandezza della Nazione attraverso il benessere dei singoli cittadini e la loro liberazione soprattutto dai mistificatori che hanno fatto lauti profitti sul vostro sudore e qualche volta anche sul vostro sangue.
      Detto ciò io abbraccio ancora una volta il cieco di guerra che mi ha portato il vostro saluto. Ed in lui abbraccio tutti voi combattenti ed operai, ed abbraccio tutti i combattenti ed i produttori d'Italia, che stanno marciando risolutamente verso quel grandioso avvenire che non può mancare ad una Nazione di quaranta milioni di uomini, decisi a conquistarsi il loro legittimo posto nel mondo.