Per le convenzioni di Washington
(6 febbraio 1923)
Gli accordi di
Washington concernevano la limitazione dell'armamento navale,
l'indipendenza della Cina e la parità di favore per tutte le
nazioni, in ordine al commercio e l'industria in Cina, la revisione
delle tariffe delle dogane cinesi e la protezione della vita dei
neutri e dei non combattenti in mare in tempo di guerra, ecc. Con le
seguenti dichiarazioni, fatte alla Camera dei Deputati il 6 febbraio
1923, il Duce chiariva i motivi dell'adesione del Governo a tali
accordi:
Non credo che valga la pena di
imbarcarsi in una discussione di ordine generale, affrontare cioè,
il problema della bontà o della malvagità degli uomini:
sapere se quella del 1914 fu l'ultima o probabilmente la penultima
guerra. Tutto ciò condurrebbe la discussione nei giardini
dell'Accademia.
Riportiamoci invece, più
praticamente e più conclusivamente, al disegno di legge che io
ho presentato alla vostra ratifica.
Questa convenzione è stata
conclusa esattamente un anno fa.
Il ritardo dell'Italia nella
ratifica ha avuto già ripercussioni ambigue, incerte, e si può
dire sfavorevoli in tutto il mondo anglo-sassone. Si capisce, per
motivi egoistici; ma questa è la realtà che deve stare
innanzi ai nostri occhi.
La Conferenza di Washington ha
avuto il destino di tutte le Conferenze: si è aperta con delle
grandi speranze; il coro dei giornalisti, venuti da tutte le parti
del mondo, ha sviolinato all'infinito. Si è fatta balenare la
possibilità della pace perpetua. Poi i risultati concreti
hanno deluso questa speranza.
Io confesso che non credo alla
pace perpetua: penso che nemmeno Kant ci credesse: aveva preso per
titolo del suo libro il titolo di una insegna d'osteria, e l'insegna
era un cimitero. Si capisce che nei cimiteri è la pace
perpetua; ma tra i popoli, nonostante le predicazioni, nonostante gli
idealismi, rispettabili, ci sono dei dati di fatto che si chiamano
razza, che si chiamano sviluppo, che si chiamano grandezza e
decadenza dei popoli, e che conducono a dei contrasti, i quali spesso
si risolvono attraverso la forza delle armi.
(segue...)
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