(segue) La questione della Ruhr
(10 febbraio 1923)
[Inizio scritto]
Ogni voce secondo la quale la
Francia avrebbe sospeso le spedizioni di carbone dirette in Italia,
deve quindi essere smentita recisamente.
L'ultimo dei rapporti quotidiani
telegrafici dei nostri ingegneri da Essen, in data di ieri, dice
testualmente:
«Le notizie pubblicate da
vari giornali che soltanto i treni di carbone destinati all'Olanda
possono transitare, che sono invece arrestate le spedizioni destinate
alla Svizzera e all'Italia, sono infondate. I carri carichi per
l'Italia sono lasciati partire dalle stazioni di blocco, e anche i
trasporti fluviali procedono senza impedimento».
Il Governo tedesco da parte sua ha
provveduto alla formazione di treni giornalieri ad est di Dortmund,
fuori della zona occupata, avviandoli in Italia per Innsbruck e per
la Svizzera.
È stata del pari
intensificata la spedizione di carbone per la via di Rotterdam.
Questo per il carbone.
Per il coke, le consegne della
Bassa Slesia, dall'inizio della crisi nella Ruhr, si sono mantenute
pressoché uguali a quelle del periodo precedente, salvo in
questi ultimi giorni; quelle della Westfalia hanno subito una
notevole diminuzione.
Fin dall'inizio degli avvenimenti
il Regio Governo ha seguito colla massima cura l'andamento della
situazione e delle forniture di carbone, mantenendosi costantemente
in rapporto cogli ingegneri che si trovano ad Essen. Esso è
pienamente convinto dell'importanza che la fornitura dei combustibili
riveste per l'economia nazionale e può dirsi che questa
convinzione sia stata uno dei criteri direttivi della linea da esso
seguita e dei provvedimenti adottati.
Il Regio Governo può
fornire affidamenti espliciti alla Camera che le più ampie
misure sono già state prese anche in altri bacini carboniferi,
perché gli avvenimenti, nel caso deprecabile di un
peggioramento della situazione, non ci colgano impreparati.
(segue...)
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