(segue) La nuova politica estera
(16 febbraio 1923)
[Inizio scritto]
Non vi nascondo che, continuando
la teoria infinita delle conferenze, i popoli hanno ragione di
manifestare un certo scetticismo sui risultati delle medesime.
Il senatore Crespi ha cercato di
portare la discussione su un terreno d'ordine generale: il terreno
scottantissimo dei debiti e delle riparazioni. Il senatore Crespi
chiede dei fatti nuovi. Non ce ne sono. E forse non ce ne possono
essere. L'appello del senatore americano Borah non ha una eccessiva
importanza.
Mi sono informato e ho saputo che
si tratta di un capo gruppo di uno dei tanti partiti della Repubblica
stellata: questo non gli dà ancora titoli sufficienti perché
io debba precipitarmi a raccogliere i suoi più o meno
fantastici appelli. Se domani elementi responsabili di Governo, e
specialmente dei Governi interessati e impegnati in conflitti, si
rivolgessero all'Italia, che è l'unica Nazione del mondo che
in questo momento fa una politica di pace, non esiterei un minuto
solo a rispondere all'appello.
C'è un fatto nuovo, sul
quale conviene di riflettere, ma è un fatto nuovo che gela
piuttosto che accendere gli entusiasmi; e il fatto nuovo è
questo: che l'Inghilterra e gli Stati Uniti si sono messi d'accordo e
l'Inghilterra si è impegnata a pagare il suo debito verso gli
Stati Uniti. Non c'è quindi da nutrire soverchia illusione
sulla possibilità di avere una cancellazione dei nostri
debiti. Sarebbe giustissimo, io penso, da un punto di vista di
stretta e assoluta moralità, ma i criteri e i principi
dell'assoluta moralità non guidano ancora le relazioni dei
popoli.
Si è detto in un Parlamento
straniero che l'Italia aveva tentato una mediazione tra la Francia e
la Germania: non esiste un tentativo siffatto, il mio dovere era
quello di procedere a un sondaggio e a una indagine, e l'ho fatto.
Questo era il mio dovere; ma quando dal sondaggio e dall'indagine
fatta nelle capitali europee mi sono accorto che in quella direzione
non si poteva marciare, non ho insistito: insistendo avrei commesso
un gravissimo errore.
(segue...)
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