(segue) La nuova politica estera
(16 febbraio 1923)
[Inizio scritto]
Venendo agli accordi di Santa
Margherita, io comprendo perfettamente l'angoscia e il dolere che
traspariva dalle parole dei senatori Tamassia e Tivaroni. Certamente
il sentimento è una forza spirituale grandissima, e negli
individui e nella vita dei popoli, ma non può essere l'unico o
l'esclusivo motivo dominante della politica estera. Bisogna avere il
coraggio di dire che l'Italia non può eternamente rimanere
inchiodata in un solo mare, sia pur esso il mare Adriatico. Oltre il
mare Adriatico c'è il Mediterraneo, e ci sono altri mari che
possono interessarci.
Il trattato di Rapallo fu, a mio
avviso, una lamentevole transazione, che era il risultato essa stessa
di una situazione interna difficile, e di una politica estera che non
brillava per un eccesso di autonomia.
E qui mi sia concesso di ripetere
che non si può fare una politica estera di stile, di dignità
e di fermezza, se la Nazione non dà quotidianamente spettacolo
di ferrea disciplina.
Io non credo che questi accordi di
Santa Margherita segnino la morte di Zara e della Dalmazia. Intanto,
con le ultime concessioni, abbiamo salvato l'impiego della lingua
italiana per quei nostri fratelli. Ora, mi pare che fosse Gioberti il
quale diceva che ove è lingua ivi è nazione; per cui,
se quei nostri fratelli potranno parlare e scrivere e imparare nella
madre lingua italiana credo che uno degli elementi fondamentali della
loro italianità sarà salvo.
L'italianità di Zara e
della Dalmazia ha resistito durante decenni a tentativi ferocissimi
di snazionalizzazione tentata dall'impero absburgico. Allora l'Italia
non poteva dare un soccorso vivo e forte a questi nostri fratelli;
oggi — voi lo notate — la Nazione ha un'altra coscienza
di se stessa. Quei nostri fratelli che potevano sentirsi dimenticati
qualora gli accordi di Santa Margherita fossero stati applicati da un
altro Governo, non possono pensare la stessa cosa, quando la
definitiva e necessaria esecuzione del trattato di Rapallo venga
fatta dal Governo che ho l'onore di presiedere, del quale sono membri
gli artefici della vittoria. Noi crediamo fermamente che
l'applicazione leale e scrupolosa da parte nostra, come leale e
scrupolosa dovrà essere da parte della Jugoslavia, degli
accordi di Santa Margherita, salverà l'italianità di
Zara e della Dalmazia.
(segue...)
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