Alla nuova sede dei mutilati
(11 marzo 1923)
Discorso tenuto
l'undici marzo inaugurandosi in Roma la nuova sede dell'Associazione
Nazionale dei Mutilati di Guerra, in risposta alle parole dell'avv.
Ruggero Romano, Segretario generale dell'Associarne, e dell'on. Carlo
Delcroix.
Miei cari commilitoni!
Confesso che io sono alquanto
esitante e confuso per le vostre accoglienze fraterne, e soprattutto
per i discorsi che ho ascoltati in questo momento, quello dell'avv.
Romano così vibrante e quello meraviglioso come sempre del
vostro grande Delcroix, Sono venuto qui non soltanto come capo del
Governo, come Presidente del Consiglio: sono venuto qui soprattutto
come vostro compagno di trincea e di sacrificio. Quando io sono
dinanzi a voi mi riconosco in voi e rivivo quelle che sono certamente
le pagine della mia vita alle quali tengo di più: le pagine
della trincea, quando ho potuto vedere col mio occhio il travaglio
sanguinoso della stirpe italiana, constatare lo spirito di devozione,
vedere come sbocciava dai suoi sedimenti, che parevano millenari e
perduti, il fiore stupendo della nostra magnifica storia. Ci
riconosciamo tutti.
Ognuno di noi è certamente
stato infangato da quella terribile terra rossa del Carso, ognuno di
noi ha sofferto i geli ed i venti delle altitudini alpine, ognuno di
noi ha vissuto in dimestichezza quotidiana colla vita e la morte.
Vi ammiro, o miei commilitoni, e
vi rispetto. Intendo di aiutarvi fraternamente: quando avete temuto
che si portasse ferita o diminuzione ai vostri imprescrittibili
diritti, ho dichiarato che i diritti del sangue e del sacrificio non
potevano essere toccati; voi avete visto che la mia parola è
stata mantenuta. Sarebbe enorme colpire coloro che hanno fatto la
grandezza della Patria, mentre molti lestofanti e filibustieri sono
ancora a piede libero, ma non è detto che vi resteranno per
molto tempo ancora. Io considero i combattenti, i mutilati, le
famiglie dei caduti, come l'aristocrazia grande, pura e intangibile
della nuova Italia. Questa è la bussola che mi guida nella
dura e difficile navigazione.
(segue...)
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