(segue) I primi sei mesi di Governo
(8 giugno 1923)
[Inizio scritto]

      L'iniziativa presa dall'Italia, per il definitivo regolamento della frontiera della Polonia, ha sempre più cementati i vincoli di cordiale amicizia che uniscono da secoli i due paesi. Oltre che sul terreno politico, la loro collaborazione continua ad affermarsi anche su quello economico.
      In questi stessi giorni il Governo polacco ha fatto all'industria italiana nuove importanti ordinazioni.
      I colloqui ed i contatti da me avuti coi ministri di Austria, Romania, Ungheria, il viaggio recente di S. M. il Re d'Inghilterra, i trattati commerciali conclusi e da concludere sono altrettanti elementi di quella progressiva rivalutazione della nostra posizione diplomatica cui accennavo in principio. Il Governo fascista, sempre ai fini di questa rivalutazione, non appena insediato, annunciò alle Regie rappresentanze all'estero di ispirare l'azione politica fuori dei confini del paese alla rinnovata coscienza della Patria ed affrontò immediatamente il problema degli strumenti e degli uomini.
      Effettivamente l'Amministrazione degli esteri, già di fronte a tante difficoltà esterne, ne trovava una grandissima al suo interno per l'insufficienza numerica dei suoi elementi. Gli strumenti della nostra opera così delicata all'estero dovevano essere rinsaldati, resi atti, come quantità e come spirito, al gran lavoro che da essa si richiede.
      Si è quindi disposto fin dai primi di novembre per l'apertura dei concorsi alle carriere diplomatica e consolare ed alla carriera degli interpreti, e si è provveduto poi a circondare il personale di concetto di un servizio amministrativo e d'ordine che esonerasse il primo dalle cure assorbenti della contabilità, della custodia dei documenti e della cifrazione dei telegrammi, tutti compiti, che per le responsabilità minute che importano, finiscono col distogliere i funzionari dalle responsabilità più alte e più ampie.

(segue...)