(segue) I primi sei mesi di Governo
(8 giugno 1923)
[Inizio scritto]
Generale De Bono (generale di
corpo d'armata dell'Esercito): tre medaglie d'argento, una promozione
straordinaria per merito di guerra, croce di guerra;
Generale Gandolfo (generale di
corpo d'armata): 2 medaglie d'argento, promozione straordinaria per
merito di guerra;
De Vecchi: 4 medaglie d'argento; 2
medaglie di bronzo; 2 croci di guerra;
Balbo: medaglia d'argento, croce
di guerra;
Fara (il generale conosciutissimo
in tutta Italia): una medaglia d'oro, due medaglie d'argento,
promozione per merito di guerra;
Stringa (altro maggiore generale
dell'Esercito): 3 medaglie d'argento, una medaglia di bronzo,
mutilato di guerra;
Perol Clemente (altro maggiore
generale dell'Esercito): 2 medaglie d'argento, croce di guerra;
Ceccherini (maggiore generale
dell'Esercito): 3 medaglie d'argento, 2 medaglie di bronzo;
Zamboni (maggiore generale
dell'Esercito): una medaglia d'argento, una di bronzo;
Guglielmotti (maggior generale
dell'Esercito): 2 medaglie d'argento.
Seguono poi: maggiore Giuriati: 2
medaglie d'argento; Acerbo: 3 medaglie d'argento; Caradonna: 3
medaglie d'argento; Finzi: una medaglia d'argento e due croci di
guerra, ecc., ecc.
E non voglio, per non confondere
la modestia dei miei amici, continuare a leggere l'elenco di questi
ufficiali della milizia nazionale.
Ho letto tutto ciò per
dimostrarvi che la milizia è una cosa seria, e lo sta
diventando ogni giorno di più, perché così io
voglio, perché tutti i capi questo vogliono.
Ci si domanderà: perché
la milizia resta? Ve lo dico subito: per una ragione molto semplice;
per difendere la Rivoluzione fascista all'interno ed anche
all'estero.
(segue...)
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