(segue) La riforma elettorale
(15 luglio 1923)
[Inizio scritto]
Altro errore: che dopo Caporetto
l'Italia si sia ripresa, perché è ritornata la sua
libertà. Affatto! Le è stata imposta la necessaria
disciplina della guerra.
Io non sono di quel parere secondo
il quale Caporetto sarebbe dovuta tutta alla disintegrazione del
fronte interno.
È stato un rovescio di
ordine militare nelle sue cause e nel suo svolgimento. Ma non vi è
dubbio che l'atmosfera di indulgenza, di eccessiva tolleranza, ha
prodotto fenomeni morali di turbamento che dovevano influire su quel
nostro rovescio.
E perché, onorevole
Alessio, disturbate Felice Cavallotti?
Quello che accade in questi giorni
è veramente singolare. Da anni ed anni nessuno più si
ricordava di Felice Cavallotti.
Scomparso dalla scena milanese
Carlo Romussi, che portava questo suo bagaglio come una specie di
eredità gloriosa, la data del 6 marzo passava, e nessuno se ne
accorgeva. Perché? Per una ragione molto semplice. Perché
Cavallotti non dice più niente al popolo italiano, né
con la sua letteratura, e meno ancora con la sua politica.
Superficiale è l'altra
affermazione dell'onorevole Alessio, che il Risorgimento italiano sia
stato lo sforzo del popolo italiano. Non è così,
purtroppo. Il popolo italiano, nelle sue masse profonde, è
stato assente e spesso ostile. I primi albori del Risorgimento
italiano vengono da Napoli, da quella borghesia di professionisti
prodi ed intelligenti che nell'Italia Meridionale rappresenta una
classe definita storicamente, politicamente e moralmente.
Quelli che a Nola, nel 1821
levarono lo stendardo della rivolte contro i Borboni, erano due
ufficiali di cavalleria. Tutto il martirologio nobilissimo del
Risorgimento italiano, è martirologio di borghesi.
(segue...)
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