(segue) La riforma elettorale
(15 luglio 1923)
[Inizio scritto]
Ma poi è realmente vero e
provato che il popolo italiano sia dominato da un Governo liberticida
e gema avvinto nei ceppi della schiavitù? È un Governo
liberticida il mio?
Nel campo sociale no. Ha avuto il
coraggio di tramutare in legge dello Stato le otto ore di lavoro. Non
disprezzate questa conquista, non svalutatela.
Ha approvato tutte le convenzioni
sociali e pacifiste di Washington. Nel campo politico che cosa ha
fatto questo Governo? Si dice che la democrazia è là
dove il suffragio è allargato. Questo Governo ha mantenuto il
suffragio universale! E quantunque le donne italiane, che sono
abbastanza intelligenti per pretenderlo, non lo avessero fatto, ha
immesso, sia pure sul solo terreno delle elezioni amministrative, da
sei ad otto milioni di donne!
Leggi eccezionali nessuna. Non è
una legge eccezionale il regolamento sulla stampa.
Buffoni. È la soppressione
dell'editto sulla stampa.
Mussolini. Dimenticate una cosa
molto semplice: che la rivoluzione ha diritto di difendersi.
In Russia c'è la libertà
di associazione per i non bolscevichi? No! C'è la libertà
di stampa per i non bolscevichi? No! C'è libertà di
riunione, c'è libertà di voto? No!
Voi che siete gli assertori del
regime russo non avete diritto di protestare contro un regime come il
mio, che non può essere nemmeno lontanamente paragonato al
regime bolscevico.
Io non sono, signori, il despota
che sta chiuso in un castello munito di un triplice muro. Io giro fra
il popolo senza preoccupazione di sorta e lo ascolto. Ebbene, il
popolo italiano, sino a questo momento, non mi chiede libertà.
A Messina, la popolazione che
circondava la mia vettura diceva: «Toglieteci dalle baracche».
L'altro giorno i comuni di Basilicata mi chiedevano l'acqua, perché,
o signori, ci sono milioni di italiani che non hanno l'acqua, non
dico per il bagno, ma nemmeno per levarsi la sete.
(segue...)
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