(segue) Ai giornalisti lombardi
(27 ottobre 1923)
[Inizio scritto]
Io sono un lettore di centinaia di
giornali al giorno ed ognuno di essi mi serve, perché il
giornale può essere l'eco di bisogni inespressi che non
troverebbero forse la via dell'accoglimento attraverso i meandri di
quella cosa enorme e misteriosa e potente che è la burocrazia.
Ripeto quello che dissi a Torino: che il giornalismo è una
scuola di vita. Prepara gli uomini.
Vi saluto con molta simpatia e
fraternità e vi dico di aver molto coraggio perché non
so se nel vostro zaino, ma nella vostra cartella di redazione, ci può
essere il bastone di maresciallo.
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