Al popolo di Bologna
(29 ottobre 1923)


      Il 29 ottobre 1923, il Duce si recava da Milano a Bologna. A Palazzo d'Accursio — il palazzo comunale ove è rimasta la memoria del tragico assassinio di Giulio Giordani avvenuto il 22 novembre 1920 — al saluto rivoltogli dal Sindaco avv. Puppini, Egli rispose con le seguenti parole:

      Invece delle mie parole basteranno due atti del Governo nazionale. Uno riguarda la vedova dell'avvocato Giordani e l'altro il figlio del Guardasigilli onorevole Oviglio. Si tratta di due provvedimenti approvati in una recente seduta dal Consiglio dei Ministri e già resi esecutivi dalla firma reale. Con il primo è assegnato alla vedova Giordani un assegno straordinario di 10.000 lire, con il secondo è consegnata una medaglia d'argento alla memoria di Galeazzo Oviglio caduto in guerra.

      Poi, dal balcone principale di Palazzo d'Accursio, il Duce parlò al popolo acclamante:

      Io sento vibrare in tutte le mie fibre intime e più profonde un senso di gioia rinnovata e ritrovata. È veramente tutto il popolo della mia terra che mi viene incontro con la sua franca cordialità, con il suo sorriso gagliardo, con i suoi inni di gioia e di trionfo. È veramente questa una grandissima giornata. Non è soltanto la rievocazione di un evento famoso ormai nella storia d'Italia, ma è anche un'imponente, una immensa, una sterminata adunata di popolo che si ritrova e che rinnova il suo giuramento di fedeltà incondizionata alla causa della Nazione.
      Davanti a questa moltitudine di anime vibranti di una sola passione, che cosa può ormai valere più la piccola calunnia o la non meno miserabile mistificazione degli avversari che noi abbiamo ancora risparmiati per eccesso di generosità? Poco o nulla.

(segue...)