Per l'aviazione italiana
(6 novembre 1923)


      Nell'atmosfera ardente, suscitata dalle recenti celebrazioni del 28 ottobre e del 4 novembre si ha la consegna della Medaglia d'Oro dell'Aereonautica a Benito Mussolini, fatta il 6 novembre, al Grand Hotel in Roma, dopo un banchetto offerto dall'Aereo Club in onore del Duce, alla presenza di Armando Diaz, dell'Ammiraglio Thaon di Revel e delle LL. EE. Finzi, De Stefani, Corbino. Il Gr. Uff. Mercanti, Intendente Generale dell'Aereonautica e Presidente dell'Aereo Club, tenne un breve discorso. Dopo la consegna della Medaglia, fatta dal Comandante Casagrande, il Duce rivolse agli astanti le seguenti parole:

      Duca della Vittoria! Duca del Mare! Colleghi! Signori!
      E' veramente, come ha detto il mio caro amico Mercanti, quella di stasera una eccezione che io faccio alla mia ormai inveterata fobia conviviale; ma sono venuto fra voi volentieri perché l'invito non recava parole solenni, diceva: «All'aviatore Mussolini».
      Questo mi ha estremamente lusingato poiché ho l'orgoglio di questa mia qualità, orgoglio che ho documentato volando in tempi in cui pochissimi volavano e cadendo, perché avevo il proposito di essere pilota a 37 anni, volando dopo essere caduto, naturalmente.
      E pochi mesi or sono compiendo un volo, che si potrebbe chiamare di guerra, Roma-Udine e ritorno, ho dimostrato che si può governare la Nazione ma non per questo si debbono perdere le abitudini del rischio e dell'ardimento, poiché la vita deve essere rischiata e rivissuta quotidianamente, continuamente, dimostrando che si è pronti a gettarla quando sia necessario.
      Ho ascoltato molto attentamente il discorso dell'amico Mercanti e soprattutto mi ha interessato lo sdoppiamento della sua personalità. Ma il problema è risolto, mio caro amico. Se tu come Presidente dell'Aereo Club d'Italia trovi che non tutte le cose dell'intendenza vanno bene, tu, come Intendente, sei nella migliore posizione per metterle a posto. D'altra parte io rispetto e comprendo le critiche; c'è sempre qualcuno che ha il compito di mormorare, c'è sempre qualcuno che grida che se lui fosse a quel posto le cose andrebbero meglio. È incredibile come durante il tempo della guerra ci fossero degli strateghi che seguivano con le bandierine le avanzate e pensavano veramente che se fossero stati essi al comando supremo, la Vittoria sarebbe stata ottenuta molto più rapidamente.

(segue...)