(segue) La situazione politica internazionale
(16 novembre 1923)
[Inizio scritto]
Scadeva nel 31 dicembre l'ultima
moratoria concessa alla Germania nel corso del 1922 ed il Governo
tedesco notificava alla Commissione internazionale delle riparazioni
che non solo non avrebbe potuto uniformarsi pel 1923 allo stato dei
pagamenti fissati a Londra nel 1921, ma neanche eseguire il programma
di riparazioni grandemente ridotte che era stato indicato con la
moratoria del 1922. Chiedeva perciò il Governo tedesco una
nuova e più larga proroga dei suoi impegni e la revisione
radicale degli impegni stessi in guisa da notevolmente ridurli.
La Francia si opponeva alla
concessione di una nuova proroga in modo decisivo. Metteva in
evidenza gli innumerevoli tentativi fatti dal Governo di Berlino per
sottrarsi agli impegni contratti, dando ragione ad una certa
corrente, secondo la quale la Germania era assolutamente decisa di
trovar modo di non pagare.
Affermava ancora la Francia la
necessità di mezzi coercitivi ed insisteva per la presa di
pegni e per l'occupazione di alcuni centri industriali della
Germania.
L'Inghilterra invece, preoccupata
dal deprezzamento crescente e fantastico del marco e dalle
conseguenze per la concorrenza al commercio inglese, assumeva
un'attitudine favorevole nei riguardi della moratoria, e anche per le
riparazioni in natura sosteneva la riduzione del la situazione
politica internazionale debito tedesco e si dichiarava contraria alla
presa di pegni.
La situazione era difficile.
Incombeva sull'Europa la preoccupazione di ciò che sarebbe
accaduto allo scadere della moratoria col 31 dicembre. Si
prospettavano le gravi complicazioni a cui avrebbe potuto condurre
l'occupazione della Ruhr alla quale la Francia, innanzi ai mancati
pagamenti tedeschi, sembrava ormai sempre più decisa.
Per trovare una via di uscita, fu
indetta la riunione della Conferenza di Londra nel dicembre del 1922.
Parve allora al Governo nazionale che non avrebbe valso a ricondurre
la quiete e la normalità in Europa, né l'impiego delle
nuove misure temporanee e parziali a cui si era fatto fino allora
ricorso, né la continuazione della discussione sulle ragioni
prò e contro la occupazione della Ruhr, o dei torti tedeschi e
dei diritti francesi e alleati, né tanto meno l'occupazione
della Ruhr. Soltanto un piano di sistemazione generale in cui le
varie questioni controverse potessero trovare una trattazione e
possibilmente una soluzione organica e adeguata, dava affidamento di
risultati favorevoli.
(segue...)
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