(segue) La situazione politica internazionale
(16 novembre 1923)
[Inizio scritto]

      Un articolo del progetto inglese (articolo 12) stabiliva infatti che i prestiti internazionali, su cui esso si fondava, dovessero servire a riscattare le riparazioni assegnate ai paesi nei quali i prestiti stessi venivano emessi. L'Italia, paese non ricco di capitali, si sarebbe potuta trovare così in un determinato momento a essere la sola potenza creditrice verso la Germania tra tutte le grandi nazioni, e sono evidenti le conseguenze di un tale fatto nei riguardi del valore reale attribuito alla quota italiana di riparazioni.
      In tutta la costruzione del progetto inglese era inoltre presunto il pieno rispetto, da parte della Germania, dei propri impegni ed esclusa qualsiasi forma di garanzia quale, ad esempio, quella dei pegni economici che lo stesso Governo tedesco avrebbe poi successivamente offerto.
      Alla non accettazione del progetto inglese contribuì la circostanza già accennata che esso non fu fatto conoscere preventivamente, ma presentato alla fine della prima seduta, e che la Conferenza si sciolse improvvisamente, dopo due sole riunioni, per l'acuirsi del dissidio franco-inglese.
      Il 4 gennaio finì la Conferenza di Parigi; il 7 l'incaricato d'affari di Francia comunicò al Governo italiano che la Francia inviava ad Essen una Missione composta di ingegneri per il controllo delle operazioni di ripartizione del carbone della Ruhr, per curare la stretta applicazione dei programmi fissati dalla Commissione delle riparazioni, e chiedeva se il Governo italiano fosse disposto a partecipare a questa Missione con qualche ingegnere.
      Non poteva esservi esitazione. Senza quei pochi ingegneri che il Governo decise di inviare, saremmo rimasti assenti e tagliati fuori da tutto. Non vi è bisogno di lunga dimostrazione per chiarire come tale decisione sia stata utilissima dopo l'esperienza fatta e di quale grande efficacia sia stata per la tutela degli interessi dell'economia nazionale la presenza nella Ruhr dei nostri ingegneri.

(segue...)