(segue) La situazione politica internazionale
(16 novembre 1923)
[Inizio scritto]

      Fu pertanto risposto con l'adesione in linea di principio, dichiarandosi che doveva trattarsi in ogni caso di operazione con carattere assolutamente civile.
      Qualche giorno dopo (10 gennaio) l'Ambasciata di Francia notificò al Governo italiano che, stante la necessità di proteggere gli ingegneri della missione di controllo, il Governo francese era costretto ad inviare alcune sue truppe nella Ruhr e che una notifica in tal senso era contemporaneamente, nello stesso giorno, fatta al Governo germanico.
      La comunicazione aggiungeva che il Governo belga si associava all'invio di truppe in quella zona. La comunicazione venne fatta contemporaneamente all'arrivo delle truppe.
      Il Governo francese aveva la cura di dichiarare che non era nelle sue intenzioni di procedere sul momento ad operazioni di carattere militare, né ad una occupazione di ordine politico.
      Inviava semplicemente nella Ruhr una missione di ingegneri e di funzionari il cui oggetto era chiaramente definito: la missione doveva assicurare il rispetto, da parte della Germania, delle obbligazioni di riparazione contenute nel Trattato di Versailles e le truppe francesi entravano nella Ruhr per salvaguardare la missione. Nessun mutamento sarebbe stato portato alla vita normale delle popolazioni, le quali avrebbero potuto lavorare in ordine e con calma.
      Il Governo italiano, che si era sempre manifestato contrario ad ogni forma di occupazione, sconsigliò in modo esplicito, nell'interesse stesso della Francia, il provvedimento che assumeva carattere militare e dichiarò formalmente che i suoi tecnici avrebbero preso parte soltanto ad azioni di carattere civile ed economico e si sarebbero scrupolosamente astenuti da ogni operazione di carattere politico.
      Poco dopo, essendo multato che il Governo francese cercava di porre la missione di controllo, per ragioni di sicurezza, in certa guisa alle dipendenze del comandante militare, il Governo italiano fece presente che tale dipendenza poteva mutare il carattere civile della missione, e che l'Italia, non potendo consentirvi, sarebbe stata costretta a ritirare gli ingegneri.

(segue...)