(segue) La situazione politica internazionale
(16 novembre 1923)
[Inizio scritto]

      Gl'isolamenti di cui tanto si parla sono più o meno momentanei e non ci devono spaventare. Essi sono il risultato della nostra tendenza ad una politica il più possibile autonoma.
      Gli isolamenti avvengono tutte le volte che i nostri interessi contrastano con quelli altrui; quindi politica di autonomia e politica di pace. Ma questa politica di pace non deve essere cieca, non deve essere ottimista e panglossiana; deve essere intelligente e preparata.
      Quello che accade, per esempio, nei paesi del Danubio deve attrarre molto la nostra attenzione. È di ieri, ad esempio, il discorso del Sindaco di Vienna in cui si auspicava ad una prossima riunione dell'Austria con la Germania. .
      Ad un certo momento la Germania tornerà efficiente nella politica europea.
      La Russia sta già rimettendosi da tutte le sue ferite, da tutti i suoi eccessi. Non farà più domani un imperialismo di marca sociale, ma riprenderà forse le strade del suo vecchio imperialismo di marca panslava.
      Essendo così inquieta tutta la vita europea, incerto il destino, bisogna essere vigilanti e preparati.
      Per fortuna non siamo più ai tempi del 1920, quando si sgombrò Valona, perché il ministro della guerra di allora dovette mandare, in data 6 luglio, un dispaccio al generale Piacentini che cominciava con queste parole, sulle quali bisogna meditare: «Condizioni interne del Paese non consentono prelevamenti truppe per Albania, tentativi invio rinforzi provocherebbero scioperi generali dimostrazioni popolari, con grave nocumento della stessa compagine dell'Esercito che occorre non mettere a dura prova».
      Fortunatamente questi tempi sono passati. Quando io seppi dello sgombero di Valona, piansi. E non dico così per usare una frase retorica.

(segue...)