Le relazioni con la Russia
(30 novembre 1923)
La discussione dei
trattati di commercio si chiuse alla Camera dei Deputati con quella
della conversione in legge del D. L. 31 gennaio 1922, n. 137, col
quale fu data piena ed intera esecuzione all'accordo preliminare
concluso a Roma il 26 dicembre 1921 con la Repubblica federale
socialista dei Soviety in Russia.
La Camera, nella
quale restavano vecchi elementi, assuefatti alle vane diatribe
parlamentari, volle cogliere questa occasione per una vivace
discussione, nella quale si notarono i discorsi dei deputati
socialisti Bombacci e Lazzari, energicamente interrotti da Mussolini.
La discussione si chiuse, nella tornata del 30 novembre 1923, con il
seguente discorso del Duce, il quale integrò con esso gli
accenni già fatti alla politica verso la Russia nel primo
discorso presidenziale del 16 novembre 1922.
I trattati che oggi la Camera è
chiamata ad approvare, e che certamente approverà, sono in un
certo senso già scontati. Sono vecchi di due anni, e accetto
per loro la definizione dell'onorevole Riboldi: devono essere
considerati come delle prefazioni di un libro che non è ancora
totalmente scritto.
La discussione provocata dalla
presentazione di questi due trattati è stata influenzata da
preoccupazioni politiche di ordine interno. E credo che tutti si
siano compiaciuti delle dichiarazioni dell'onorevole Bombacci, e
anche del discorso assai pratico, tecnico, aderente alla realtà
concreta, pronunciato dall'onorevole Riboldi.
Quando un anno fa io feci
un'esposizione, la prima esposizione in materia di politica estera,
dissi che i rapporti con la Russia erano allora in uno stato di
incertezza, e, diciamo la parola, di ambiguità.
Io sono nemico delle ambiguità
in genere. Dissi allora che non ci dovevano essere pregiudiziali di
partito. Il problema era squisitamente di ordine nazionale. Appena
questo Governo salì al potere, in taluni strati dell'opinione
pubblica russa ci furono dei movimenti di sospetto e anche di
ostilità: ci furono casi di rappresaglie nel Mar Nero non
gravi: ci fu uno scambio di trattative: la situazione ritornò
normale. Venne Krassin a Roma ed io ebbi un lungo colloquio con lui;
trattative furono iniziate con Vorowski ed erano giunte già ad
un buon punto, quando Worowski fu assassinato a Losanna. L'assassinio
di Worowski portò una sospensione nelle trattative dai tre a
quattro mesi. Le trattative sono state riprese con Jordanski. Ormai è
il segreto di pulcinella, e facciamo pure della diplomazia a carte
scoperte: una Commissione partita da Mosca è a Roma e con
questa Commissione si sta trattando da alcune settimane appunto per
stabilire relazioni normali di ordine commerciale fra la Russia e
l'Italia.
(segue...)
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