(segue) Prime basi dello Stato corporativo
(20 dicembre 1923)
[Inizio scritto]

      In questo ordine del giorno c'è un riconoscimento concreto. Rossoni non si dorrà se constato che il tentativo del sindacalismo integrale, limitatamente al campo industriale, non è riuscito. E del resto Rossoni ha ben compreso fin dalle prime battute che quel che si può fare, nel campo dell'agricoltura, che ha un'economia speciale, non si può fare nel campo dell'industria, dove il giuoco dell'economia è totalmente diverso. In questo ordine del giorno è constatato che la Confederazione dell'industria deve vivere, prosperare, raccogliere tutti coloro che dell'industria fanno una ragione della loro attività e soprattutto fare di questa Confederazione dell'industria una unità completa, organica, con delle direttive precise e in ispecial modo capaci di costruire quel fronte unico che è la condizione essenziale perché noi possiamo esportare all'estero. Per mettere in pratica le idee, occorre creare un organo di esecuzione. E questo è la commissione permanente di cinque membri della Confederazione e di cinque membri delle Corporazioni, la quale dovrà riunirsi tutte le volte che saranno in discussione questioni di interesse generale, oppure anche soltanto una questione di ordine locale.
      Io ho constatato che quando esiste la lealtà reciproca, è possibile discutere e venire a una conclusione. Bisogna considerare gli uomini nella loro realtà e veramente gettare alle ortiche tutto il bagaglio del passato. Bisogna che il sindacalismo operaio e capitalistico si rendano conto della nuova realtà storica: che bisogna evitare di portare le cose al punto dell'irreparabile: bisogna evitare più che sia possibile la guerra fra le classi, perché essa nell'interno di una nazione è distruttiva. Ne abbiamo una esperienza che si potrebbe dire tragica. D'altra parte, al di sopra di quelli che sono contrasti d'interessi umani e legittimi, c'è l'autorità del Governo, il quale è nella condizione propizia per vedere le cose sotto un aspetto generale. Il Governo non è agli ordini degli uni né degli altri. È al di sopra di tutti in quanto riassume in se stesso, non soltanto la coscienza politica della Nazione nel presente, ma anche tutto ciò che la Nazione rappresenta nel futuro. Il Governo ha dimostrato in questi primi quattordici mesi di tenere nel massimo conto le forze produttive della Nazione. Un Governo che segue queste direttive ha diritto di essere ascoltato nell'interesse morale e materiale del Paese.

(segue...)