(segue) All'Assemblea del Partito Nazionale Fascista
(28 gennaio 1924)
[Inizio scritto]
La Rivoluzione fascista non si è
inghirlandata con sacrifici di vittime umane: non ha creato finora
tribunali speciali: non c'è stato crepitio di plotoni di
esecuzione. Non si è esercitato il terrore, non si sono
promulgate le leggi eccezionali. Così dovevasi fare; ma sarà
forse per questo che diecine e diecine di latitanti, i quali parevano
scomparsi dalla circolazione, oggi rispuntano sotto le specie più
diverse nelle riviste, nei giornali, nella diffamazione sotterranea,
nella congrega segreta, nella vociferazione clandestina ed anonima.
Nessuna di quelle libertà che lo Stato assicura ai cittadini è
stata manomessa. Naturalmente il Governo si vale dei suoi poteri per
prevenire e reprimere non le manifestazioni della libertà
contemperata dalla disciplina, ma le espressioni di una licenza che
il Fascismo non può tollerare e che io non tollererò
mai.
A coloro che vorrebbero che il
Fascismo si svirilizzasse e procedesse per la strada con le braccia
ricolme di ramoscelli di ulivo, io metto sotto gli occhi la lista di
tutte le aggressioni consumate in questo mese a danno dei farcisti:
6 gennaio 1924, Caltanissetta. —
A Villarosa, durante una dimostrazione contro il Commissario
prefettizio, vennero esplosi vari colpi di arma da fuoco contro i
Militi accorsi per prestare man forte ai due soli carabinieri
presenti.
7 gennaio 1924, Treviso. —
Nella frazione Frangemeo di Gaiarine un gruppo di comunisti armati
aggredì e percosse per la pubblica via principale un decurione
della Milizia e poi cinque fascisti. Da ambo le parti vi furono
feriti per colpi di rivoltella esplosi. Indi gli stessi comunisti
recatisi alla abitazione di un altro fascista lo percossero a sangue,
producendogli contusioni e ferite in tutto il corpo con prognosi
riservata.
11 gennaio 1924, Pisa. — In
Asciano ignoti lanciarono contro la sede del Fascio una bomba che
esplose producendo rottura di vetri senza altre conseguenze.
(segue...)
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